Casa di Bambola – L’altra Nora
Autore: Henrik Ibsen Adattamento: Leo Muscato
Regia: Leo Muscato
Scene: Antonio Panzuto Costumi: Federica Sala
Musica:
Luci: Alessandro Verazzi
Compagnia: Leart’ Produzione: Teatro Stabile delle Marche – Leart’
Interpreti: Lunetta Savino, Paolo Bessegato, Riccardo Zinna, Salvatore Landolina, Carlina Torta
Anno di produzione: 2007 Genere: dramma
In scena: fino al 15 marzo al Teatro Valle di Roma

L’altra Nora. Eroina diversa dall’originale ottocentesco norvegese, di cui pure è filiazione diretta, Nora è una donna d’oggi, completamente in linea con il presente e i suoi linguaggi. In scena una qualunque compagna della porta accanto, con un marito che si sta riprendendo da un periodo nero e che oggi porta nella sua (esclusivamente sua) rivincita anche velleità politiche. Una moglie che agisce secondo gli impulsi dettati da Henrik Ibsen, ma in un contesto contemporaneo. Una donna pazza, surreale e sulfurea nella difficoltà di sostenere le asprezze di una famiglia che non c’è, di subirne i dolori; depressa perché si sacrifica per un marito che non la gratifica e, soprattutto, non la capisce, mai. Nel complesso lo spettatore si trova davanti un Ibsen perduto e ritrovato. Perduto nella forma ottocentesca del lessico e dei riferimenti, opportunamente aggiornati, ma Ritrovato nell’indagine della borghesia e della menzogna, che è propria del senso del testo originale. Un testo che già 130 anni fa era all’avanguardia, spietato, ma che anche oggi trova il suo spazio nel discorso sulla società e sui suoi limiti.
Leo Muscato riscrive veramente il più noto dei lavori ibseniani restituendogli una freschezza che di rado hanno le rivisitazioni; comprendendo a fondo che non basta mettere abiti contemporanei ai personaggi per renderli moderni. L’autore tratteggia una Nora che potrebbe tranquillamente abitare vicino a noi, che parla la nostra lingua e che ci spaventa. Certo oggi il dramma non può più scandalizzare il pubblico come avvenne al debutto, ma grida ancora forte la sofferenza del non ascolto, dell’ipocrisia e di valori fatti di carta, pronti a cedere e stracciarsi davanti alla realtà e alla durezza che la caratterizza.
Scenicamente ben proposto, con un equilibrio visivo che si sposa alla perfezione con la recitazione viva ed iperattiva di Lunetta Savino, ed un florilegio di attori che formano un coro di voci diverse, che aiutano a mettere al centro dell’interesse la protagonista, senza per questo perdere il proprio originale timbro. [jacopo angiolini]