Claus Peymann
compra un paio di pantaloni e viene a mangiare con me
Autore: Thomas Bernhard
Regia: Carlo Cecchi
Scene: Titina Maselli Luci: Paolo Vinattieri
Produzione: Teatro Stabile delle Marche, in collaborazione con Amat
Interpreti: Carlo Cecchi, Elia Schilton Genere: commedia
Sik- Sik, L’artefice magico
Autore: Eduardo De Filippo
Regia: Carlo Cecchi
Scene: Titina Maselli Luci: Paolo Vinattieri
Produzione: Teatro Stabile delle Marche, in collaborazione con Amat
Interpreti: Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Roberto De Francesco, Diego Sepe
In scena: Roma, Teatro Valle - dal 6 al 18 novembre 2007. 20 novembre Casalmaggiore (CR), Teatro Comunale. 21-25 novembre – Prato, teatro Fabbricane. 27, 28 Stradella (PV), Teatro Sociale. 29 Soresina (CR), Teatro Sociale. 1, 2 dicembre Roma, Teatro Tor Bella Monaca.
Due atti unici, due momenti di vita teatrale messi a confronto dal maestro del palcoscenico Carlo Cecchi.
Il primo testo, scritto dal genio Thomas Bernhard mette in discussione il teatro contemporaneo, con le sue leggerezze, i suoi paradossi, le sue parole a vuoto e le vacuità intellettuali. Una frase su tutte, per rendere l’assurdità dei dialoghi tra il regista Claus Peymann e la signorina Schneider, la passeggiata con Thomas Bernhard e il pasto frugale con Hermann Beil: “Il teatro è un processo letale”. Cecchi mette a servizio del testo la sua esperienza, la sua non chalance nel recitare con realismo anche i momenti più “scomodi” per un attore, come camminare in cerchio per più di 15 minuti o recitare con del cibo in bocca senza rischiare la frattura tra illusione scenica e immedesimazione attoriale. Al suo fianco, nel primo monologo, in tre parti distinte Elia Schilton, camaleontico e divertito in ogni singola interpretazione.
Cala il sipario, giusto il tempo di scrollarsi di dosso i panni dell’uomo contemporaneo e l’attore nato a Firenze ma cresciuto a Napoli si trasforma in Sik Sik l’artefice mago, un prestigiatore in cerca di un compare, pensato e scritto nel 1929 da Eduardo De Filippo. In questo caso siamo nel teatro nel teatro, anche se si tratta del lavoro di un illusionista e non una sala istituzionale. Tra bicchieri d’inchiostro, lucchetti che non si aprono a dovere e colombe che si trasformano in galli, in un istante la scena ha dato tutto: risate, ironia e amarezza. Al fianco di Cecchi ci sono Angelica Ippolito, Roberto De Francesco e Diego Sepe, tutti in parte.
Il protagonista dei due testi ha dichiarato: “Questo spettacolo è composto da due atti unici. Tutti e due hanno a che fare con il teatro. Il teatro mette in scena se stesso. Con Bernhard, è il teatro europeo contemporaneo, il teatro delle istituzioni e della politica, il teatro dei funzionari e dei burocrati, che viene scaraventato in scena nelle tre scenette tragicomiche della vita del celebre regista Peynmann. Con De Filippo, attraverso le disavventure di un disgraziato prestigiatore, è messa in scena nel suo accadere, quell’invenzione che nel 1930, grazie al genio dell’autore, fece nascere dalla tradizione del teatro napoletano la maschera-personaggio di Eduardo e quindi tutto il suo teatro successivo”. Uno spettacolo diviso in due, unito dalla medesima origine: l’amore per il palcoscenico. [valentina venturi]