I 39 scalini
Autore: John Buchan Adattamento: Patrick Barlow
Regia: Maria Atken Scene:
Luci: Costumi:
Compagnia:
Produzione:
Interpreti: Franco Oppini, Nini Salerno, Barbara Terrinoni, Urbano Barberini
Anno di produzione: 2007 Genere: giallo
In scena: al Teatro sala Umberto fino al 27 aprile 2008. Spettacoli: martedì, giovedì, venerdì ore 21, mercoledì ore 18.30, sabato ore 17 e 21, domenica ore 17.30; lunedì riposo.

La macchina messa in moto dalla regista Maria Atken è un gioco esilarante in cui i primi a divertirsi sono proprio gli attori. A farsi carico dell’incredibile numero dei personaggi sono “solo” in quattro, anzi a contar bene solo in due: Franco Oppini e Nini Salerno. La coppia formata dagli ex “Gatti di Vicolo Miracoli” si destreggia con ironia e bravura nell’interpretazione di ruoli differenti che danno vita ad azioni travolgenti e spassose. Mirabolante è l’intreccio dei cambi d’abito e di ruolo supportato dai due artisti che si appoggiano, ben sostenuti, dalle performance di Urbano Barberini e Barbara Terrinoni, rispettivamente Richard Hannay e, nell’ordine, Annabella Smith e l’avvenente Pamela.
La storia, scritta da John Buchan, è nota ai più se non altro perché “I 39 scalini” hanno nel proprio curriculum la trasposizione poco fedele ma memorabile di Alfred Hitchcock. Ed è su questa che si basa lo spettacolo teatrale, che ha debuttato al Teatro Sala Umberto di Roma lo scorso 1° aprile.
Siamo a Londra e Richard Hannay, durante l’esibizione di Mister Memory, un uomo prodigio in grado di incamerare un numero infinito di informazioni, incontra una donna che dice di chiamarsi Annabella Smith e che gli chiede di ospitarla a casa sua. La donna confessa a Richard di essere una spia, gli mostra una cartina della Scozia con indicata una località e gli parla anche dei “39 scalini” una congrega di pericolose e spietate spie, con a capo il professor Jordan, personaggio senza scrupoli. La povera Annabella, però, la notte stessa verrà assassinata.
Richard – un affascinante e brillante Urbano Barberini – si sente in pericolo di vita, e decide di raggiungere la Scozia: la polizia inglese, subito dopo la scoperta del cadavere nella sua abitazione, si mette sulle sue tracce. Comincia una lunga fuga in compagnia di Pamela, un’avvenente bionda interpretata da Barbara Terrinoni, perfetta nel doppio ruolo. La donna porterà Richard a cavarsela brillantemente nelle più disparate situazioni: in un convegno politico, in una casa abitata da un vecchio piuttosto avido e manesco, nella brughiera scozzese, in un albergo gestito da una simpatica donna e addirittura nella casa del nemico. Il tutto si svolge utilizzando pochissimi elementi scenografici che creano un’atmosfera magica e surreale che ci accompagna lungo il tragitto che porta alla soluzione del misterioso intrigo con un finale lieto e a sorpresa.
Uno spettacolo essenziale ma divertente. Un’operazione senza dubbio coraggiosa soprattutto perché il paragone cinematografico è inevitabile. Ma l’attesa è sufficientemente premiata e il risultato è in linea con l’aspettativa: 100 minuti di divertimento resi godibili dai veloci cambi scena, dalle luci semplici ma appropriate e dalla capacità istrionica di tutti e quattro i protagonisti.
[patrizia vitrugno]