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Regia
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Luca Lucini |
Sceneggiatura |
Lucia
Moisio, Marco Ponti |
Fotografia |
Manfredo
Archinto |
Montaggio |
Fabrizio
Rossetti |
Musica |
David
Rhodes |
Interpreti |
Francesca
Inaudi, Riccardo Scamarcio, Gabriella Pession, Giampaolo Morelli,
Giuseppe Battiston, Maria Chiara Augenti, Paolo Pierobon, Giampiero
Judica |
Anno |
2005 |
Durata |
95' |
Nazione |
Italia |
Genere |
commedia |
Distribuzione |
Warner
Bros |
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Non
è trascorso molto tempo da quando nel 1974 Bryan
Forbes portò sul grande schermo La
fabbrica delle mogli, film dal quale si è
liberamente ispirato Frank Oz per il suo remake del 2004,
La donna perfetta. Rapportato
ai giorni nostri, questo modello di perfezione femminile
è ormai superato o comunque in rapida via d’estinzione.
Forse la donna-schiava, armata di mattarello e ferro da
stiro, stuzzica ancora la fantasia dell’uomo moderno,
ma sta di fatto che la perfezione oggi non risponde più
ad un unico modello e soprattutto non è più
soltanto la donna ad essere |
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chiamata
in causa.
Rivelatore il titolo dell’ultimo film di Luca Lucini,
L’uomo perfetto, che
la dice lunga sui cambiamenti dei rapporti di coppia.
Il gentil sesso scende in campo ed ha le idee molto più
chiare dei mariti di Stepford. L’uomo perfetto deve
avere gusti ed inclinazioni particolari, deve essere propositivo
ma non invadente, originale ma non eccentrico, dolce ma
non troppo romantico. Una sfumatura fatta persona. Se
esiste un uomo così, sicuramente lo incontra la
persona sbagliata o nella peggiore delle ipotesi è
solo un attore pagato per recitare una |
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parte.
E' quello che accade alle protagoniste del film, Lucia
e Maria, due amiche caratterialmente molto diverse tra
loro che finiscono per contendersi lo stesso uomo, perfetto
per l’una ed imperfetto per l’altra. Ma è
veramente la perfezione ciò che l’amore richiede?
Come ne Il matrimonio del mio migliore
amico, Lucia tenterà di mandare a monte
le nozze del suo amico d’infanzia Paolo con la bella
Maria, ricorrendo ad uno ingegnoso stratagemma: far innamorare
Maria dell’uomo perfetto per lei. Ingaggia quindi
Antonio, un giovane attore squattrinato, plasmandolo secondo
i gusti |
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dell’amica
fino a farlo diventare l’uomo che Maria ha sempre sognato
d’incontrare. Comincia così un gioco di equivoci
e sorprese, sorretto da un cast perfettamente padrone delle
scene, sullo sfondo di una Milano familiare lontana dagli stereotipi
di “città degli yuppies”.
Caratteristici anche i personaggi secondari, che pur essendo
estranei alle vicende amorose dei quattro protagonisti, possiedono
un ruolo preciso, spesso comico, che conferisce un’impronta
particolare al film. Dopo l’adolescenziale Tre
metri sopra il cielo, Lucini torna sul grande schermo
con una commedia adulta e piacevole che forse avrebbe potuto
esplorare più a fondo l’aspetto grottesco del perenne
affannarsi dell’uomo verso una perfezione che non esiste.
Nelle ultime battute, il film imbocca la strada dell'happy end,
lasciandoci con un sapore dolciastro da zucchero filato. Nell’insieme
un prodotto gradevole e ben interpretato, accompagnato da una
buona colonna sonora. [giulia
rastelli] |
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