Esempio italiano di commedia all'europea

[giulia rastelli]

Luca Lucini
(sul set di L'uomo perfetto )


In occasione dell'uscita del nuovo film del regista di Tre metri sopra il cielo, abbiamo incontrato il cast tra cui il regista Luca Lucini, lo sceneggiatore Marco Ponti e gli interpreti protagonisti Francesca Inaudi, Riccardo Scamarcio, Gabriella Pession, Giampaolo Morelli e Giampiero Judica.

Come nasce la definizione di "commedia all'europea"?
LUCINI: La definizione è nata quasi per gioco lavorando con il montatore. Ci siamo infatti resi conto dell'atmosfera che scaturiva dai vari elementi: partendo dalla classica commedia all'italiana, che secondo me ha segnato delle pagine stupende del nostro cinema, sono successivamente venuti a confluire
diversi fattori che ne hanno ampliato il respiro a livello internazionale. La storia è originariamente spagnola, da noi trasferita sul set di Milano e sceneggiata da due torinesi, mentre la musica è inglese. Da tutti questi elementi nasce la definizione di "commedia all'europea" che mi sembrava calzasse per un film di questo genere. 

Per tanto tempo si è rincorso il modello femminile perfetto, mentre ultimamente si parla sempre più spesso di quello maschile. Secondo voi questo ha a che fare con un universo femminile in cambiamento?
LUCINI: Il periodo che stiamo vivendo è sicuramente un momento di grandi cambiamenti nel rapporto uomo-donna e questo viene avvertito da entrambe le parti. La volontà di trovare la persona perfetta diventa qualcosa di sempre più difficile in un'epoca in cui tutto viene razionalizzato a scapito del sentimento. Credo quindi che la ricerca della perfezione può avere a che fare con il cambiamento dei ruoli all'interno della coppia ma anche all'interno stesso della società.
INAUDI: E' un momento in cui la donna vuole assumere un proprio ruolo e non credo che la forza che acquista sia necessariamente positiva, in quanto finisce per perdere altri aspetti non meno importanti, quali ad esempio la femminilità. Siamo sempre stati abituati a vedere la donna messa alla prova, ma nel momento in cui essa acquista un ruolo forte, quasi maschile, all'interno della società, si evidenzia anche da parte sua la voglia di vedere l'uomo messo alla prova.

Come avete lavorato nel definire i diversi aspetti dei personaggi?
SCAMARCIO: La difficoltà maggiore è stata quella di riuscire a trovare un equilibrio. Eravamo divisi tra il tentativo di attribuire realismo ai personaggi e la ricerca di quella freschezza tipica della commedia. Credo che questi due aspetti siano difficili da trovare.
PESSION: I personaggi sono molto caratteristici nelle loro individualità e forse in particolar modo il mio (Maria), che è un personaggio che rischiava di essere troppo sopra le righe, quasi una sorta di macchietta. Abbiamo lavorato molto a tavolino ma anche sul set, a volte improvvisando e mettendoci del nostro. Alcuni elementi sono nati letteralmente work in progress, perché inizialmente non facevano parte del copione. Di aiuto è stata l’armonia che regnava sul set e devo confessare che ci siamo divertiti tantissimo a girare questo film.
SCAMARCIO: La squadra inoltre era quella di Tre metri sopra il cielo e l’affiatamento e l’armonia sono venuti di conseguenza.
MORELLI: Per il mio personaggio siamo partiti dal background, dal bambino grasso ed imbranato che diventa un uomo in grado di rifarsi, in un certo senso, delle umiliazioni subite da piccolo a causa delle sue condizioni fisiche. Anche in questo caso la parola chiave era equilibrio tra verità e macchietta.
INAUDI: Il nostro compito era anche quello di portare i personaggi al di là dello loro classi sociali d’appartenenza, decisamente privilegiate se si considera che Maria fa la creativa, Lucia è una pubblicitaria e Paolo è un avvocato. Il compito era quindi quello di dare vita a personaggi nei quali tutti potessero riconoscersi a prescindere dal loro stile di vita.

Si è parlato molto di equilibrio. Cosa esattamente rappresentano i personaggi nel loro insieme?
LUCINI
: L’idea era quella di creare una commedia nella quale gli attori fossero un’unica cosa con i personaggi da loro interpretati, come per esempio accade in molte altre commedie, da quelle italiane a quelle straniere. Sarebbe impossibile immaginare un Henry ti presento Sally senza Meg Ryan e Billy Christal o un Colazione da Tiffany senza la magnifica Audrey Hepburn e lo stesso volevo che accadesse con i personaggi della mia commedia. Volevo che gli attori prendessero il personaggio scritto sulla carta e lo rendessero proprio, in modo che nessuno in futuro potesse più interpretare gli stessi ruoli senza in qualche modo snaturarli. Credo che ognuno di loro ci sia effettivamente riuscito.
JUDICA: Una certa importanza l’acquistano anche i personaggi secondari, come il mio ad esempio (Gustavo), che hanno una vita propria e sono molto specifici, dando in questo modo un certo respiro al film. Si tratta di una mossa tipica delle commedie americane, nelle quali anche i personaggi minori hanno dei ruoli che li caratterizzano conferendogli delle personalità precise, mentre il cinema italiano si preoccupa quasi esclusivamente dei personaggi principali, a volte scegliendo anche dei non-attori per i ruoli dei personaggi secondari. Luca ha invece cercato di dare un determinato spazio vitale a tutti i personaggi del film.

All’origine del film c’è una pellicola spagnola. Non avete avuto paura del fatto che solitamente i film spagnoli possiedono una loro particolare verve, difficile da tradurre nella nostra realtà italiana?
PONTI: Non credo ci siano grandi salti dalla vita spagnola a quella italiana. Le volte in cui mi è capitato i trovarmi in Spagna non ho avuto la sensazione di sentirmi all’estero. Le differenze maggiori esistono all’interno della Spagna stessa e sono differenze a volte maggiori rispetto a quelle esistenti tra Spagna ed Italia.

Una domanda per gli attori: come vi siete avvicinati ai vostri personaggi?
PESSION: Per me inizialmente è stato abbastanza difficile interpretare il ruolo di Maria e sinceramente preferivo il personaggio di Lucia. Avevo paura che Maria risultasse troppo “milanese”, troppo affettata nei modi ed in parte antipatica. Lavorando sul personaggio è scaturita invece una personalità diversa, quella di una ragazza un po’ svampita, ma anche tenera e buffa.
SCAMARCIO: Il mio personaggio è un attore chiamato a recitare una parte e questa complessità del ruolo mi ha stimolato molto. Sono stato fortunato ad aver avuto questa opportunità.
MORELLI: Nell’approccio al mio personaggio ho messo molto di mio, del mio passato, delle mie indecisioni che in parte si riflettono sul personaggio un po’ goffo di Paolo, indeciso con le donne e quindi insicuro di ciò che realmente vuole.

Un commento sulla colonna sonora e sulla scelta di David Rhodes
LUCINI: David Rhodes è un musicista di grande talento e ha saputo letteralmente scortare le immagini, che è poi quello che si richiede ad una colonna sonora la quale non deve prevaricare ma appunto accompagnare le scene del film.