Per
tanto tempo si è rincorso il modello femminile perfetto,
mentre ultimamente si parla sempre più spesso di quello
maschile. Secondo voi questo ha a che fare con un universo
femminile in cambiamento?
LUCINI: Il periodo che stiamo
vivendo è sicuramente un momento di grandi cambiamenti
nel rapporto uomo-donna e questo viene avvertito da entrambe
le parti. La volontà di trovare la persona perfetta
diventa qualcosa di sempre più difficile in un'epoca
in cui tutto viene razionalizzato a scapito del sentimento.
Credo quindi che la ricerca della perfezione può avere
a che fare con il cambiamento dei ruoli all'interno della
coppia ma anche all'interno stesso della società.
INAUDI: E' un momento in cui
la donna vuole assumere un proprio ruolo e non credo che la
forza che acquista sia necessariamente positiva, in quanto
finisce per perdere altri aspetti non meno importanti, quali
ad esempio la femminilità. Siamo sempre stati abituati
a vedere la donna messa alla prova, ma nel momento in cui
essa acquista un ruolo forte, quasi maschile, all'interno
della società, si evidenzia anche da parte sua la voglia
di vedere l'uomo messo alla prova.
Come avete
lavorato nel definire i diversi aspetti dei personaggi?
SCAMARCIO: La difficoltà
maggiore è stata quella di riuscire a trovare un equilibrio.
Eravamo divisi tra il tentativo di attribuire realismo ai
personaggi e la ricerca di quella freschezza tipica della
commedia. Credo che questi due aspetti siano difficili da
trovare.
PESSION:
I personaggi sono molto caratteristici nelle loro individualità
e forse in particolar modo il mio (Maria), che è un
personaggio che rischiava di essere troppo sopra le righe,
quasi una sorta di macchietta. Abbiamo lavorato molto a tavolino
ma anche sul set, a volte improvvisando e mettendoci del nostro.
Alcuni elementi sono nati letteralmente work in progress,
perché inizialmente non facevano parte del copione.
Di aiuto è stata l’armonia che regnava sul set
e devo confessare che ci siamo divertiti tantissimo a girare
questo film.
SCAMARCIO:
La squadra inoltre era quella di Tre
metri sopra il cielo e l’affiatamento e l’armonia
sono venuti di conseguenza.
MORELLI:
Per il mio personaggio siamo partiti dal background, dal bambino
grasso ed imbranato che diventa un uomo in grado di rifarsi,
in un certo senso, delle umiliazioni subite da piccolo a causa
delle sue condizioni fisiche. Anche in questo caso la parola
chiave era equilibrio tra verità e macchietta.
INAUDI:
Il nostro compito era anche quello di portare i personaggi
al di là dello loro classi sociali d’appartenenza,
decisamente privilegiate se si considera che Maria fa la creativa,
Lucia è una pubblicitaria e Paolo è un avvocato.
Il compito era quindi quello di dare vita a personaggi nei
quali tutti potessero riconoscersi a prescindere dal loro
stile di vita.
Si è
parlato molto di equilibrio. Cosa esattamente rappresentano
i personaggi nel loro insieme?
LUCINI:
L’idea era quella di creare una commedia nella quale
gli attori fossero un’unica cosa con i personaggi da
loro interpretati, come per esempio accade in molte altre
commedie, da quelle italiane a quelle straniere. Sarebbe impossibile
immaginare un Henry ti presento Sally
senza Meg Ryan e Billy Christal o un Colazione
da Tiffany senza la magnifica Audrey Hepburn e lo stesso
volevo che accadesse con i personaggi della mia commedia.
Volevo che gli attori prendessero il personaggio scritto sulla
carta e lo rendessero proprio, in modo che nessuno in futuro
potesse più interpretare gli stessi ruoli senza in
qualche modo snaturarli. Credo che ognuno di loro ci sia effettivamente
riuscito.
JUDICA:
Una certa importanza l’acquistano anche i personaggi
secondari, come il mio ad esempio (Gustavo), che hanno una
vita propria e sono molto specifici, dando in questo modo
un certo respiro al film. Si tratta di una mossa tipica delle
commedie americane, nelle quali anche i personaggi minori
hanno dei ruoli che li caratterizzano conferendogli delle
personalità precise, mentre il cinema italiano si preoccupa
quasi esclusivamente dei personaggi principali, a volte scegliendo
anche dei non-attori per i ruoli dei personaggi secondari.
Luca ha invece cercato di dare un determinato spazio vitale
a tutti i personaggi del film.
All’origine
del film c’è una pellicola spagnola. Non avete
avuto paura del fatto che solitamente i film spagnoli possiedono
una loro particolare verve, difficile da tradurre nella nostra
realtà italiana?
PONTI:
Non credo ci siano grandi salti dalla vita spagnola a quella
italiana. Le volte in cui mi è capitato i trovarmi
in Spagna non ho avuto la sensazione di sentirmi all’estero.
Le differenze maggiori esistono all’interno della Spagna
stessa e sono differenze a volte maggiori rispetto a quelle
esistenti tra Spagna ed Italia.
Una domanda
per gli attori: come vi siete avvicinati ai vostri personaggi?
PESSION:
Per me inizialmente è stato abbastanza difficile interpretare
il ruolo di Maria e sinceramente preferivo il personaggio
di Lucia. Avevo paura che Maria risultasse troppo “milanese”,
troppo affettata nei modi ed in parte antipatica. Lavorando
sul personaggio è scaturita invece una personalità
diversa, quella di una ragazza un po’ svampita, ma anche
tenera e buffa.
SCAMARCIO:
Il mio personaggio è un attore chiamato a recitare
una parte e questa complessità del ruolo mi ha stimolato
molto. Sono stato fortunato ad aver avuto questa opportunità.
MORELLI:
Nell’approccio al mio personaggio ho messo molto di
mio, del mio passato, delle mie indecisioni che in parte si
riflettono sul personaggio un po’ goffo di Paolo, indeciso
con le donne e quindi insicuro di ciò che realmente
vuole.
Un commento
sulla colonna sonora e sulla scelta di David Rhodes
LUCINI: David Rhodes è
un musicista di grande talento e ha saputo letteralmente scortare
le immagini, che è poi quello che si richiede ad una
colonna sonora la quale non deve prevaricare ma appunto accompagnare
le scene del film.