Uomini e donne
Trust The Man
Regia
Bart Freundlich
Sceneggiatura
Bart Freundlich
Fotografia
Tim Orr
Montaggio
John Gilroy
Scenografia
Kevin Thompson
Costumi
Michael Clancy
Musica
Clint Mansel
Produzione
Process Production
Interpreti
David Duchovny, Julianne Moore, Billy Crudup, Maggie Gyllenhaal,
Eva Mendes, Ellen Barkin, Garry Shandling, James Legros
Anno
2006
Genere
commedia
Nazione
USA
Durata
103'
Distribuzione
Moviemax
Uscita
3-11-06

E’ possibile girare un film alleniano senza essere Woody Allen? C’è chi ci prova (voto 8 per il coraggio). L’eroe è Bart Freundlich sceneggiatore/regista nato a Manhattan ed autore di tre lungometraggi I segreti del cuore (1997), World Traveller (2001) e Tre ragazzi ed un bottino (2004). Ma il suo capolavoro è il matrimonio con la bellissima Julienne Moore attrice protagonista di tre delle sue quattro pellicole, compresa l’ultima fatica Uomini e Donne - Tutti dovrebbero venire… almeno una volta!, sottotitolo assai ‘pecoreccio’ e complimenti al titolista (voto 0) tra ispirazioni lelouchiane e maria-defilippiane.
Ma questo Trust The Man (perdonateci se ricorriamo almeno per una volta al titolo originale) non è ne una commedia grossolana e sboccata ne un gioiellino di sottotoni e comicità newyorkese. “Questo è un film che parla di come uomini e donne comunicano il loro stato emotivo, di come gli uomini usano metafore per esprimere i loro sentimenti – ci racconta il regista presente a Roma con la moglie per presentare la pellicola – Un film sul diverso modo di comunicare tra uomini e donne.
Rebecca, attrice di successo è sposata con Tom pubblicitario che ha lasciato la carriera professionale per dedicarsi alla famiglia e alla disperata ricerca di un posto fuori e dentro il letto coniugale. Il fratello di Rebecca, Tobey è fidanzato con Elaine, un’aspirante scrittrice. La loro relazione è ormai giunta a un bivio: dopo sette anni lui non ha alcuna intenzione di affrontare la vita adulta con la scusa che “tutti dobbiamo morire”, mentre lei vuole una famiglia. A minare le fragili fondamenta delle due coppie intervengo sedute di analisi, siti porno, tentazioni che ritornano dal passato o nascono tra la routine del quotidiano: un’ex fidanzata, una mamma single e un aitante folk-singer! Di carne al fuoco ce ne è diversa, peccato che la cottura non è uniforme.
Freundlich è bravo quando contestualizza il racconto; crea ambienti verosimili in cui i personaggi lavorano, si incontrano, parlano, pranzano, discutono, litigano, finendo per costruire una mappa mentale e personale New York che ricorda il Woody Allen di Manhattan, Io e Annie, Misterioso omicidio a Manhattan. “Abbiamo scelto New York perché l’ambiente in cui vivono i personaggi fa parte della loro personalità. Ambientare la storia in una città che conosco bene mi ha permesso di dare tridimensionalità e verosimiglianza ai personaggi” continua il regista. Ma quando è il momento di mettere in bocca ai personaggi parole sensate, profonde quand’anche spiritose, entriamo nel campo delle occasioni mancate, delle banalizzazioni e del non-sense non sappiamo quanto cercate o involontarie.
Problemi di scrittura quindi a discapito di un cast volenteroso capeggiato da Julianne Moore nel ruolo dell’attrice sposata ad un marito ‘malato di sesso’ interpretato da David Duchovny che a furia di ruoli comici e leggeri sta tentando di scrollarsi di dosso l’immagine del tenebroso Fox Mulder del serial X-Files. La seconda coppia è invece interpretata da Billy Crudup, un volto facilmente dimenticabile e la lanciatissima Maggie Gyllenhaal, alla ricerca ancora della sua vera dimensione di attrice tra cinema d’autore (Casa de Los Babys, Secretary, Criminal, Il ladro di orchidee) e blockbuster (40 giorni e 40 notti, World Trade Center). [fabio melandri]