Guerre Stellari Episodio III - La vendetta dei Sith
Star Wars Episode III - Revenge of the Sith
Regia
George Lucas
Sceneggiatura
George Lucas
Fotografia
David Tattersall
Montaggio
Ben Burtt, Roger Barton
Musica
John Williams
Interpreti
Ewan McGregor, Natalie Portman, Hayden Christensen, Samuel L. Jackson, Christopher Lee, Ian McDiarmid, Anthony Daniels, Kenny Baker
Anno
2005
Durata
147'
Nazione
Usa
Genere
fantascienza
Distribuzione
20th Century Fox
La trama
Anakin Skywalker e Obi-Wan Kenobi in viaggio nello spazio nella difficile missione di salvare il Cancelliere Palpatine dalle grinfie del perfido Generale Grievous. La battaglia iniziale innesca una serie di eventi che portano Anakin - il cui segreto è la sua debolezza - di fronte al momento della verità. Angosciato da sogni premonitori di morte, Anakin viene sedotto dal lato oscuro della forza contribuendo alla disfatta dei Cavalieri Jedy, alla caduta della Repubblica ed alla nascita dell'Impero. Affrontato da Obi-Wan Kenobi e colpito a morte sul pianeta vulcanico di Mustafar, verrà in extremis salvato dall'Imperatore e trasformato nel malvagio Darth Vader.
La recensione

Dopo 28 anni la saga è ora completa. Correva l’anno 1977 quando per la prima volta leggemmo sul grande schermo la scritta “Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...”, ascoltammo le epiche fanfare di John Williams ed rabbrividdemmo al suono di quel respiro asmatico metallico che ci ha conquistato cuore e cervello.
Era l’episodio più atteso questo de La vendetta dei Sith, l'anello mancante di congiunzione tra due cicli che hanno cambiato la storia del cinema, condizionato l'adolescenza di due generazioni e dato finalmente un ordine cronologico al racconto epico dei Cavalieri Jedi tra Maestri Yoda ed Obi-Wan Kenovi, ed alla saga familiare degli Skywalker, sullo sfondo dell’eterno conflitto tra Repubblica ed Impero, tra la Forza ed il suo Lato Oscuro.
Doveva essere l’episodio in cui ci veniva finalmente svelato l’arcano mistero che portò Anakin Skywalker, il Prescelto dai Jedi per riportare ordine ed equilibrio nella Forza, nonchè padre di Luke e della principessa Leila, ad abbracciare il lato oscuro della forza, evento di cui abbiamo avuto prima notizia nel lontano 1983, quando Darth Vader rivelò per la prima volta ad un incredulo, e noi con lui, Luke Skywalker la sua vera natura umana.

Era l'episodio più rischioso anche dal punto di vista scenografico ed estetico affinchè si creasse un'omogenità nella futura visione cronologica dei sei episodi in sequenza.
Chi ha amato la saga “originale” (gli episodi IV, V, VI) avvolta anche dal dolce ricordo di una più o meno lontana giovinezza e spensieratezza, rimarrà deluso dall’epilogo messo in scena con profusione di mezzi e denari da George Lucas. Allo stesso modo degli episodi I e II, il film manca di quell’aurea epica che caratterizzava i tre classici di Guerre Stellari (La nuova speranza, L’impero colpisce ancora, Il ritorno dello Jedi).
Lucas per tentare di spiegare tutto e forse di più, mette troppa carne sul fuoco con il risultato di appesantire il flusso narrativo con digressioni ed accumulo di personaggi secondari. Perde rapidamente di vista il nucleo del film, il cuore della questione, il conflitto interiore che colpisce Anakin e che lo convincerà a passare al Lato Oscuro. Non bastano i dubbi seminati sin nei precedenti film, per trasmettere agli spettatori il conflitto interiore che si alimenta nella mente e nel cuore del protagonista. Il dilemma morale, il conflitto tra “l’essere”, uomo-amante-padre, e “il dovere” dei Jedi di rinunciare alla propria individualità e sacrificare la propria vita al servizio ed alla difesa della Repubblica, viene risolto assai troppo bruscamente di quanto non ci si potesse aspettare in oltre due ore e mezza di proiezione. Anakin, la cui fede Jedi era stata già minata nel precedente episodio con il matrimonio segreto con la Senatrice Padme Amidala (una Natalie Portman che colpisce e rapisce con un solo sguardo), viene con troppa facilità raggirato prima e convinto poi dal Cancelliere Supremo Palapatine e quindi iniziato al Lato Oscuro.
Un film freddo, distante, assai poco coinvolgente, soffocato da troppi effetti speciali (oltre 2500) quasi a riempire la pochezza narrativa ed un vuoto creativo da vertigine. Non bastano le epiche e commemorative note musicali di John Williams a riempire il vuoto emotivo, tant'è che il primo ed unico brivido avviene intorno al 125esimo minuto di proiezione quando dopo 22 anni attraverso il suono digitale del THX è tornato a risuonare in una sala cinematografica l’affannato metallico respiro. Entriamo nella sequenza più riuscita dell'intero episodio quella della creazione di Darth Vader che ricorda molto da vicino quella della "creatura" di Mary Shelley, Frankestein, dove tramite un sapiente uso del montaggio parallelo, vita e morte coesistono nello stesso momento; da una parte la morte di Anakin uomo e della senatrice Padme Amidala, dall'altra la nascita di Darth Vader e dei gemelli Luke e Leila. Un momento in cui vita e morte non sono due stadi diversi di un continuum, ma due livelli contigui dello stesso.
Dalle dichiarazioni del regista emerge la lodevole intenzione di raccontarci una parabola morale su come possa nascere la dittatura da una forma democratica di rappresentanza. Peccato che, almeno per noi europei verso i quali la Storia è stata un severa quanto implacabile insegnate, il tutto nasce già vecchio e lo spirito didascalico e la sincerità delle intenzioni di Lucas vanno tutte a svantaggio dell'operazione. Ma probabimente era una lezione indirizzata più al pubblico americano, notoriamente ignorante sui fatti che colpiscono gli abitanti del resto del mondo.
Rimane infine la sensazione di un’operazione finalizzata più a obiettivi economici nei confronti delle nuovissime generazioni cresciute ad hamburger e Play Station piuttosto che una sincera “impresa” volta al completamento di una saga che era il sogno, l’obiettivo della vita di un uomo che comunque è stato capace, attraverso il genere codificato della fantascienza, di raccontare il nostro Io attraverso la metafora di un gruppo di “samurai dello spazio” e della loro lotta contro l’oscurità che alberga in ognuno di noi. [fabio melandri]