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[fabio
melandri] |
Ian
McDiarmid (Senatore Palpatine)
e Hyden Christensen [Anakin Skywalker] |
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Conferenza
stampa di Guerre Stellari
Episodio 3 La vendetta dei Sith, alla presenza
degli attori Ian McDiarmid, Hyden Christensen
e del produttore Rick McCallum. |
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Domanda ad
Hayden Christensen:
Come ti sei sentito a recitare anche in un film del 1983, anno
in cui forse non eri ancora nato, visto che compari nella scena
finale de Il ritorno dello Jedi accanto ad Alec Guiness.
E’ stato molto divertente rivedermi accanto ad Alec Guiness.Trovo
che quel raccordo fosse assolutamente funzionale alla storia,
importante dare al mio personaggio una continuità, linearità
all’interno della saga.
Domanda
ad Hayden Christensen:
Come si sente dopo essere stato proiettato
nel futuro con Guerre Stellari, ritrovarsi oggi nel passato
sul set de Il decamerone?
Sono queste le gioie della recitazione che ti trasportano
in tempi e luoghi diversi. Mi entusiasma lavorare al Decamerone,
essendo una cosa completamente diversa da quanto non abbia
già fatto, con una vena ironica e soprattutto rappresenta
l’occasione di lavorare in Italia, di visitarla considerando
che ho un po’ di sangue italiano nelle vene.
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Il
finale del film è aperto. Volevamo sapere dal produttore
Rick McCallum se vi sarà un
telefilm o un nuovo episodio cinematografico.
Questo episodio è quello conclusivo. Non ci saranno nuovi
capitoli sul grande schermo, siamo troppo vecchi per continuare
in questo modo. C’è invece l’idea di 101 ore
di programmazione televisiva tra l’episodio 3 e l’episodio
4, ovvero 24 anni incentrati sulla vita e sullo sviluppo di Luke.
Sul grande schermo un’operazione del genere comporterebbe
tempi lunghi ed alti budget. In televisione abbatteremmo entrambe
le voci, confortati anche dalla precedente esperienza di Indian
Jones Chronicles. Nei prossimi mesi George Lucas si metterà
al lavoro su questo progetto.
Domanda
a Ian McDiarmid:
Quale dei due Palpatine l’ha più divertita interpretare:
quello già potente e realizzato de Il ritorno dello Jedi
oppure quello più subdolo, calcolatore che agisce nell’ombra
nella nuova saga?
Mi ha molto divertito interpretare questo delizioso ipocrita che
aveva in mente un programma ben diverso da quello che lascia trasparire.
Un politico che dichiara di voler agire per il bene della comunità
ma che poi si rivela essere il peggior mostro della storia del
cinema. E’sempre un piacere interpretare questi ruoli un
po’ schizofrenici.
Domanda
a Ian McDiarmid e Hayden Christensen:
L’episodio 3 è quello più drammatico di tutta
la saga, quasi shakespeariano. Come vi siete posti nella costruzione
dei vostri personaggi?
H.C.: In effetti è stato l’intento
sin dal principio di Lucas dare all’episodio questa valenza.
La cosa mi ha trovato d’accordo in quanto nel mio personaggio
avevo rilevato elementi che mi facevano pensare all’Amleto
o al Macbeth.
I.M.: E’ sempre interessante
quando ci viene chiesto di esplorare il lato oscuro ed il male
nell’arte. Io però non penso ne a Shakespeare ne
a Wagner per Guerre Stellari, bensì
più alla mitologia greca.
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Domanda
a Ian McDiarmid:
Come si è sentito ad interpretare
uno dei personaggi più odiati dai fan della saga, addirittura
più di Anakin?
Palapatine è un personaggio con cui convivo da più
di venti anni. Mi sono reso conto che proprio il mio personaggio
costituisce il cuore oscuro della saga, più di Darth Vader.
Se lui è infatti oscuro, io lo sono di più; se lui
è cattivo, io sono più cattivo; se lui ha una psicologia
complessa e motivi particolari per passare al alto oscuro, io
non ne ho neanche uno. Sono un uomo che nasce dal male ed aspira
al potere assoluto; una volta conquistatolo, vuole l’impossibile,
ovvero ancora più potere. Con questo personaggio sono entrato
nel Gotha degli attori che interpretano personaggi cattivi, in
ottima compagnia se pensate a Peter Cushing e Christopher Lee,
per altro due persone nella vita molto simpatiche.
Domanda
per Hayden:
si è trovato ad affrontare il personaggio pìù
complesso della saga, Anakin. Quali le difficoltà nel rendere
umano un personaggio sovrumano?
E’ stato un privilegio interpretare un personaggio così,
in quanto ha un arco di trasformazione straordinario che ogni
attore cerca nelle proposte che gli vengono fatte. Un personaggio
che possa crescere, evolversi o devolversi come nel caso di Anakin.
La sfida più grande è stata quella di dare ad Anakin
una consapevolezza emotiva anche dopo essere passato al lato oscuro,
la consapevolezza delle cose orribili che sta facendo ma continuare
a farle per un fine che considera necessario. Questa dicotomia
permette la pubblico di odiarlo da una parte ma compatirlo dall’altra,
intrappolato in una scelta irreversibile.
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Guerre
Stellari rappresenta un viaggio lunghissimo nella vita e nella
carriera di molti di voi. Come vi ha cambiato se ve l’ha
cambiata la vita?
H.C.: Per me il prima e dopo e come
il giorno e la notte. Prima lavoravo in una piccola sit-comedy
canadese, oggi sono entrato nella storia del cinema, un concetto
che faccio ancora fatica a realizzare nella mia testa. Artisticamente
mi ha insegnato molto, sono cresciuto insieme ad Anakin e mi sento
molto migliorato.
R.M.: Il mio primo film da produttore
l’ho realizzato a 25 anni ed è stato un disastro
dal punto di vista finanziario, talmente grande che uscito di
venerdì, il lunedì successivo stavano già
cancellando il mio nome dai posti auto riservati alla produzione.
Questo negli Anni Ottanta, anni in cui collaboravo con uno sceneggiatore
inglese. A quel tempo l’Inghilterra incoraggiava i fallimenti
cinematografici oltre a dar loro un certo valore, un certo sostegno.
Ho fatto tutta una serie di film assolutamente privi di successo.
Capite bene che la saga ha segnato per me un cambiamento radicale
da produttore assolutamente privo di successo ad uno con un buon
successo alle spalle.
I.M.: Prima di partecipare a Il
Ritorno dello Jedi ero un attore che lavorava prevalentemente
a teatro e faceva di tanto in tanto qualche film. Poi ho incontrato
George Lucas ed in 10 minuti sono diventato l’Imperatore
dell’Universo. Sono rimasto nell’oscurità per
i primi tre film e quando Lucas decise di girare i prequel ero
curioso di conoscere le origini di questo personaggio. Sono così
diventato abbastanza riconoscibile tale da non poter più
prendere i mezzi pubblici. Ma da quando ho interpretato i film
di Guerre Stellari il mio lavoro
teatrale ne ha tratto benefici. Le persone mi vengono a chiedere
gli autografi ma io chiedo loro in cambio pareri sulla commedia
teatrale...
28 anni fa quando la saga iniziò,
il mondo era diverso e pensare che bene e male fossero così
vicini era in un certo qual modo innovativo. Adesso invece con
i tempi che stiamo vivendo le cose non sembrano essere più
così, il cerchio si è chiuso.
I.M: Lei mi sta chiedendo se George
Bush è un Sith? Non lo so. Il mio personaggio va in giro
dicendo di credere nella pace ma è impegnato nella guerra;
dice di credere nella democrazia ma in realtà sta cercando
di instaurare un regime fascista. Lascio a lei trarre le debite
conclusioni. |
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