Se
un tempo nella commedia degli equivoci, il via all’azione
comica era affidata allo sbattere delle porte, alla mancanza
di tempismo di determinati attanti, a giochi di parole e via
discorrendo, oggi con la tecnologia imperante che inquina
le nostre esistenze, sono le email, gli sms ad essere motori
dell’azione comica. E’ quanto deve aver pensato
Vincenzo Salemme nel mettersi a scrivere la sua nuova commedia.
Fiumi di parole che scorrono attraverso i cellulari. Appuntamenti
di lavoro, informazioni, messaggi amorosi, affettuosi, ambigui
o ingannevoli. Le abbreviazioni, la mancanza di punti tonali
nella comunicazione possono dare adito ad incomprensioni,
fraintendimenti, gag a non finire. E’ quanto succede
a Tommaso Lampedusa, avvocato di successo, moglie premurosa,
appartamento elegante con vista su Ponte Milvio e due ragazzi
problematici ma…nulla di serio. Un messaggio inviato
per sbaglio alla giovane compagna del suo miglior amico, mette
in moto tutta una serie di piccole vicende semiserie che dovrebbero
portare lo spettatore a ridere e riflettere sui rapporti di
coppia e su quel sentimento così instabile e difficile
da catturare che è l’amore.
Purtroppo, come spesso accade nei film del guitto napoletano,
il tutto è risolto in maniera superficiale, approssimativa,
nella macchietta di un’Italia difficile da riscontrare
nella vita reale.
Personaggi appena abbozzati e vittime della pigrizia dei suoi
sceneggiatori. Battute risibili che suscitano perplessità
piuttosto che risate, un onnipresenzialismo dell’Autore
(?) Salemme che vittima della sua estroversia finisce come
sempre, ieri come oggi, a mangiarsi letteralmente il film,
compresi i suoi comprimari, spalle e comparse incluse.
Dopo il flop commerciale di Olè
con Boldi, Salemme cambia partner ed accanto a Giorgio Panariello
moltiplica gli addendi con Enrico Brignano e le due presenze
femminili Lucrezia Lante Della Rovere e Luisa Ranieri, quest’ultima
bella presenza e nulla più.
Una messa in scena sciatta, insicura nei più semplici
movimenti di macchina; una collezione di scene chiuse in se
stesso senza un filo di collegamento le une dalle altre, sfilacciate
ed inconcludenti che spesso e volentieri l’Autore Salemme
non sa come chiudere e riesce sempre a centrare la soluzione
più sbagliata. Un susseguirsi di canzoni di Lucio Dalla
a "colorare" i diversi momenti della storia (?)
che fa tanto pensare ad un film promozionale per il nuovo
cd del cantante bolognese? Un film che invece di puntare su
una comicità di situazione – assai più
difficile da scrivere e realizzare – come dovrebbe,
si accontenta delle solite smorfiette del suo Autore gigione
ed irritante, riuscendo a strappare quei pochi e forzati sorrisi
solo nelle scene in cui il governante extra-comunitario -
dello Sri Lanka si presume - viene preso letteralmente per
il culo per il suo italiano incerto ed approssimativo. Troppo
facile.
Se l’obiettivo era quello di segnare un punto di svolta
nella carriera cinematografica di Salemme, uscendo dalle vie
usate ed abusate del grottesco per una comicità più
matura, l’intento è fallito. Se l’obiettivo
era quello di costruire una commedia intelligente senza volgarità,
l’intento è fallito. Se l’obiettivo era
quello di offrire al pubblico un’ora e mezzo di divertimento
e risate, l’intento è fallito. Se l’efficacia
di una commedia si misura in termini di risate, SMS –
Sotto mentite spoglie manca e di parecchio il suo unico e
dichiarato obiettivo.
[fabio melandri]