Mr
Smith (Clive Owen) è l’uomo più arrabbiato
e cinico del mondo che si trova a dover proteggere la persona
più innocente di tutte, un neonato. DQ (Monica Bellucci)
è una prostituta che si prende cura del piccolo dopo
aver subito in passato un aborto causato dalle percosse del
suo pappone. Mr Hertz (Paul Giamatti) è il cattivo
sulle tracce del neonato, amante delle grandi pistole e ossessionato
dalla moglie che lo chiama continuamente anche nelle situazioni
meno ortodosse. Molti, per un motivo o per l’altro vogliono
il bambino morto. La questione è: perché?
La genesi di Shoot’em up
si deve ad una scena del film Hardboiled
di John Woo in cui un eroe interpretato da Chow Yun Fat, è
in ospedale con una pistola ed un bambino. “Mettere
insieme un tipo spietato con la cosa più innocente
di questo mondo fornisce tensione drammatica ed una grande
immagine - afferma lo scrittore/regista Michael Davis –
E’ simile all’action movie di John Woo e racconta
la storia dell’uomo più collerico di questo mondo,
Mr. Smith, che si attacca a questo bambino e a questa situazione
molto pericolosa. E’ un film che mette in risalto tutto
ciò che di fantasioso ed intelligente si può
fare con una pistola.”
Sorvolando su quest’ultima dichiarazione, lo stile del
film è fumettistico, sboccato, spettacolare, inverosimile.
Il regista è riuscito a convincere produttori e cast
a partecipare alla sua realizzazione attarverso l'animazione
completa del film da lui realizzata precedentemente, story-board
animati visibili on
line. Un film che calca la mano in maniera giocosa, sulle
grandi ossessioni americane: le pistole, il seno e la violenza,
esattamente in quest’ordine. Il regista aveva in mente,
nel disegnare il personaggio di Smith, James Bond, o meglio
il suo antitesi: “E’ stato danneggiato psicologicamente
nel passato ed è un uomo senza fissa dimora che dà
l’idea di un perdente tipo Rocky, che non gode di nessun
altra risorsa se non di se stesso. Vive in un edificio fatiscente.
Non possiede nulla. Bond invece ha tutto. L’unico talento
di Mr. Smith è la sua capacità di sparare quindi
mangia carote perché fanno bene alla vista. Inoltre
ha un topolino che funge da apriporta, il tutto in un ambiente
“low tech”. Se i riferimenti cinematografici sono
scoperti, da Sergio Leone passando per Mellville per terminare
ne già citato John Woo, il film nel complesso risulta
stanco, prevedibile a tratti noioso. E s’ che non si
sono badate a spese per la sua messa in scena: 5 galloni di
sangue falso per sono 5 diversi tipi di sangue che fuoriesce
dalle ferite ormai cicatrizzate, da quelle fresche, dalle
arterie e sangue rappreso; oltre 250.000 colpi a salve per
le riprese; 85 persone ammazzate e trucidate; 150/200 cariche
pirotecniche presenti contemporaneamente per singole scene
per complessive 6000 cariche esplosive.
La delusione del film, oltre ad una sceneggiatura pensata
e finalizzata alla coreografia delle scene di sparatorie,
è l’interpretazione dei tre protagonisti in cui
Owen è la brutta copia del bel personaggio interpretato
in I figli degli uomini
di Alfonso Cuaron, l’inespressività della Bellocci
è seconda solo alla ridicolaggine del suo accento partenopeo
della traduzione italiana (vedi
la clip), Paul Giamattti è un cattivo piatto e
monotono, incapace di suscitare la seppur minima simpatia.
Ora va bene la dimensione fumettistica del tutto, ma c’è
fumetto e fumetto, e personaggi fumettisitici e personaggi
fumettistici. Un nome: il Joker di Jack Nicholson nel Batman
di Tim Burton. Tutto il resto è noia… [fabio
melandri]