I
figli degli uomini non ci sono più. In un futuro prossimo
(siamo nel 2027 a Londra) un terribile difetto genetico impedisce
alle donne di essere fertili. Non c’è la possibilità
di procreare. E’ questo il flagello del nuovo millennio.
Oltre che l’anarchia, le guerre, l’immigrazione
e l’inquinamento. Il più giovane cittadino del
mondo è appena morto all’età di 18 anni
e l’umanità rischia l’estinzione. Sarà
Theo, con una manciata di altri ribelli, a difendere la la
Terra dalla fine…
Sorprendente trasposizione di uno dei romanzi meno noti della
scrittrice cult britannica, P.D. James, famosa soprattutto
per i suoi gialli.
Il futuro è alle porte. Appena vent’anni rispetto
ad oggi. Ed è tutto così cambiato. Gli immigrati
imprigionati come bestie da macello, i terroristi divisi in
sette nazionaliste, le donne incapaci di procreare. L’umanità
è in pericolo. Il mondo sta invecchiando. Non c’è
più vita. La fine è imminente. La fantascienza
è quasi un pretesto. Il messicano Cuaròn non
ha fatto un film sul futuro. Sono lontani anni luce gli universi
futuristici di Blade Runner.
Piuttosto siamo di fronte ad un film che partendo dai problemi
di oggi arriva a prevedere quelli che saranno i problemi di
domani, i secondi diretta conseguenza dei primi. Eppure in
un mondo malandato come il nostro si riesce ancora ad intravedere
uno spiraglio di salvezza. Una giovane donna è rimasta
incinta. Ma è un’immigrata e il governo non le
permetterebbe mai di essere la madre del mondo. L’unica
via di scampo è la fuga. Manca ancora un mese al parto
e trenta giorni sono lunghi quando non hai un posto dove rifugiarti.
Polizia e terroristi sono sulle tue tracce. Paradossalmente
l’odio del mondo di fronte al germe della vita si ferma
e lo lascia passare. Memorabile la scena in cui la giovane
donna incinta scende le scale dell’edificio in fiamme
aprendosi un varco tra i soldati armati. Una sorta di discesa
divina sul mondo. Anche il male non può nulla di fronte
alla forza della vita. Theo è l’eroe distratto,
inconsapevole, sfuggente della storia. Chiamato in causa dalla
ex-compagna, affiliata dei terroristi della resistenza, i
cosiddetti Fishes, Theo si trova suo malgrado a ricoprire
il ruolo di eroe. Riluttante e disilluso in un primo momento
si accorgerà ben presto del peso della responsabilità
che si assume. L’unica donna in grado di procreare è
sotto la sua protezione. Deve smuoversi dalla sua apatia e
reagire. Ma come un vero eroe d’altri tempi, del futuro
magari, non usa armi e non versa sangue. Tra pallottole, bombe
e violenza Theo riesce sempre a cavarsela senza ricorrere
alla violenza. Come una nuova specie di uomo. Ribelle ma incruento.
Fantascienza apparente dunque ma messaggio cristallino. La
vita, che poi altro non è che una metafora della pace,
è racchiusa dentro una donna, per farla uscire e donarla
al mondo occorre la solidarietà e il sacrificio di
tutti. Solo così non ci sarà la fine del mondo.
Solo così ci potrà essere un nuovo inizio. [marco
catola]
| sito
| trailer
|