Finite
le due ore e mezzo circa di visione della pellicola “Sex
and the City 2” ci si domanda interdetti: ma
dove è finito il mio telefilm preferito?
Per la pellicola diretta da Michael Patrick King questa volta
non ci sono più scusanti, si è perso definitivamente
il divertente clima scanzonato e derisorio delle quattro amiche
in giro per Manhattan. I locali e le vie fumose di New York
non ci sono più, forse per una scelta economica o per
interessi estranei al telefilm, la storia si svolge per metà
ad Abu Dhabi, dove le quattro amiche si "ritirano"
per ritrovare l'intimità di un tempo. Beh, lo spettatore
non la ritrova con loro.
Questi gli spunti narrativi: il sequel vede Carrie (Sarah
Jessica Parker ormai avvizzita e davvero poco credibile),
sposata inquieta di Mr Big (Chris Noth). Sente che il suo
inarrivabile Big sta perdendo lo smalto di un tempo. Non ha
più voglia fi uscire, preferisce rimanere sul divano
a leggere il giornale e, emblema della crisi, come è
possibile che per il loro anniversario di matrimonio le regali
un televisore invece di un gioiello? Che si stia trasformando
in un anonimo pantofolaio? Quale dubbio amletico! Charlotte
(Kristin Davis), diventata mamma naturale, è soggiogata
dai pianti della secondogenita, viziata e capricciosa. E la
cosa non colpisce nessuno. Miranda (Cynthia Nixon) lascia
il lavoro a causa di un capo maschilista che la ferma mentre
parla in riunione. E per finire Samantha (Kim Cattrall), simbolo
del telefilm Made in Usa che ha cambiato il modo di interpretare
il sesso.
Ecco, la vera protagonista della serie prodotta dalla Home
Box Office, se in "Sex
and the City" il film era stata relegata nel ruolo
della casalinga attendista, senza più velleità
sessuali, ora è in menopausa, ha le caldane e in mezzo
ai musulmani si presenta scosciata e disinibita. Una caricatura.
Per non parlare dell'inizio del film: il matrimonio immotivato
e a dir poco incomprensibile tra Stanford Blatch (Willie Garson)
e Anthony Marentino (Mario Cantone): una trovata per confermare
l'essere gay-friendly della serie, ma che nel lungometraggio
lascia il tempo che trova. I due si odiavano e non c'è
mai stato nemmeno un accenno al loro possibile idillio amoroso.
Gli abiti e gli accessori: ecco neanche loro sono realmente
al centro della vicenda, mancando gli accenni testuali e i
commenti che facevano da corollario agli incontri tra le amiche.
Ovviamente
è inutile dilungarsi sulla regia o sulle riprese: non
esiste. Se per il primo film ci si era chiesto se allungare
la durata delle singole puntate in una sola fosse rischioso,
ora non ci sono più dubbi: l'operazione è fallita.
[valentina venturi]