Seta
Silk
Regia
François Girard
Sceneggiatura
François Girard, Michael Golding
Fotografia
Alain Dostie
Montaggio
Pia Di Ciaula
Scenografia
François Seguin
Costumi
Carlo Poggioli, Kazuko Kurosawa
Musica
Ryuichi Sakamoto
Interpreti
Michael Pitt, Keira Knightley, Koji Yakusho, Alfred Molina
Produzione
Rhombus Media, Fandango, Bee Vine Pictures, Productions Soie, Vice Versa Films
Anno
2007
Nazione
Italia, Canada, Giappone
Genere
drammatico
Durata
116'
Distribuzione
Medusa Film
Uscita
26-10-2007
Giudizio
Media

L’amore è un bellissimo fiore, ma bisogna saperlo cogliere sull’orlo di un precipizio” (Stendahl)

Silk è un film magistralmente diretto da Francois Girard (Thirty-two Short Films About Glenn Gould; The Red Violin) con un montaggio che quasi non necessita di dialogo. Ma onore e merito vanno al successo editoriale (Seta, tradotto in 26 lingue) di Alessandro Baricco (Castelli di Rabbia,1991; Novecento 1994; Senza sangue 2002).
La vita ordinata, precostituita di un ragazzo di buona famiglia, avviato alla carriera militare dal padre, viene inaspettatamente e radicalmente modificata da un abile uomo d‘affari.
Baldabiou (Alfred Molina), questo il nome dell’imprenditore, propone al giovane Hervè Joncour (Michael Pitt) di aiutarlo a far rivivere gli antichi splendori della città riaprendo le antiche fabbriche di seta chiuse da tempo.
Hervè sceglie dunque di essere padrone della sua vita, di sposare la donna che ama e di accettare la proposta di Baldabiou. Sarà un commerciante di seta. Anche con l’incoraggiamento della sua amata Hèléne (Keira Knightley) innamorata e devota, decide di partire per l’Egitto.
Dalla Francia alla Turchia infatti le uova di seta sono malate di una strana malattia, per cui Hervè andrà a comprare il prezioso materiale in Egitto. Di ritorno dal lungo viaggio scopre però che le uova sono malate. Non resta che una soluzione: partire per un luogo “alla fine del mondo...” dove si possono trovare le uova da baco di seta più perfette che esistano: il Giappone.
E’ un viaggio lungo che implica dei rischi, Hervè dovrà lasciare sola sua moglie per un lungo periodo di tempo senza poterle garantire la certezza del ritorno. Nel paese infatti è vietata l’esportazione di uova di baco da seta ed il ragazzo dovrà perciò trattare con un misterioso quanto pericoloso contrabbandiere, Hara Jubei (Koji Yakusho).
Dopo un lunghissimo viaggio in carrozza, in treno, a cavallo, per mare ed a piedi…passando per la Francia l’Ucraina la Russia e la Siberia Hervè arriva bendato nel villaggio di Hara Jubei, con il quale inizia il commercio delle uova. E’ qui che resta folgorato dalla bellezza di una misteriosa ragazza (Sei Ashina). Nei successivi viaggi si stabilirà con lei un muto ma profondo legame erotico che non sfuggirà all’attento e premuroso amore della bella Hèlén.
A questo punto la trama si fa più coinvolgente e offre diversi spunti di riflessione. Cosa significa amare ed essere amati? Hervè sembra perdersi nel vortice di un’ossessione amorosa che in quanto tale, è vuota, pura e semplice coazione a ripetere.
Ci si rende conto di ciò che si ha solo quando lo si perde? L’egoismo è una componente necessaria alla scoperta dell’amore? Il film sembrerebbe suggerire questo, in realtà ci mostra fin dall’inizio anche l’altra faccia dell’amore: lo slancio di chi accetta l’altro senza riserve.
Chi sembrava avere il potere di scegliere quale fosse il suo grande amore si ritrova inerme davanti all’amore che lo ha scelto e scopre l’inevitabile adesione ad un sentimento che lo guidava anche quando credeva di essere solo. Scoperta tardiva? Non per chi ha sempre amato… anche senza saperlo. [sara chiù]