Benchè
suo padre avesse immaginato per lui un brillante avvenire nell’esercito,
Hervé Joncour aveva finito per guadagnarsi da vivere
con un mestiere insolito, cui non era estraneo, per singolare
ironia, un tratto a tal punto amabile da tradire una vaga intonazione
femminile.
Per vivere, Hervé Joncour, comprava e vendeva bachi da
seta.
Era il 1861. Flaubert stava scrivendo Salammo, l’illuminazione
elettrica era ancora un’ipotesi e Abramo Lincoln, dall’altra
parte dell’oceano, stava combattendo una guerra di cui
non avrebbe visto la fine.
Hervé Joncour aveva 32 anni.
Comprava e vendeva. Bachi da seta.
Così
inizia il breve romanzo di Alessandro Baricco, indagine su un
amore assoluto, penetrante, accecante tanto da non rendersi
conto della sua effettiva origine. Un amore esotico e lontano
fatto di incroci di sguardi, di piccoli gesti carichi di un
erotismo profondo ed allusivo, che si nutre su ricordi o forse
illusioni destinati ad aprire squarci inattesi e conseguenze
drammatiche.
Una prosa elegante, piana e ricercata accompagna il lettore
nei viaggi di Hervè Joncour verso la fine del mondo,
ovvero il misterioso Oriente, il Giappone ancora chiuso ai traffici
occidentali, alla ricerca di uova di bachi da seta da portare
a casa per alimentare le quattro filande e l’economia
tutta del paese di origine. Ed è la devota ed innamorata
moglie Hèlene ad aspettarlo al ritorno dei suoi numerosi
viaggi; innamorata ma cosciente che ogni nuovo viaggio del marito
è un nuovo piccolo difetto nel tessuto del loro rapporto.
Baricco costruisce il racconto secondo una spirale narrativa
centripeta in un reiterarsi apparente degli stessi eventi, che
si arricchiscono continuamente di numerosi dettagli e particolari
descrittivi per depauperarsi volutamente in un finale tanto
secco quanto sospeso nella dimensione emotiva.
Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, apparentemente
lieve e inconsistente che va riempito con il vissuto personale
di ogni lettore per dargli quella dimensione “epica”
di cui sono condite tutte le più grandi storie d’amore
raccontate.
Pubblicato nel 1996, tradotto in oltre trenta lingue, bestseller
internazionale, Seta esce in una
nuova edizione per Fandango Libri con la copertina di Gianluigi
Toccafondo.
[fabio
melandri]
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il film |
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Nato
in Calabria, vive e lavora a Londra, dove dirige l'Istituto
Italiano di Cultura. Come giornalista collabora con il settimanale
L’Espresso e con la Stampa. Ha pubblicato per Einaudi
una raccolta di racconti, Luoghi naturali
(1988), e diversi romanzi, tra cui Il
primo cielo (1990), Sangue
(1992) e L’arte di perdere peso
(1997). Inoltre ha pubblicato per Theoria un libro/reportage,
Immigrato (1990, scritto con
Salah Methnani), e una personalissima guida per nottambuli,
Passaggi paesaggi (1993). Ha
inoltre curato, nella collezione Einaudi "Scrittori
tradotti da scrittori", la versione italiana di Boule
de suif e La maison Tellier di Guy de Maupassant.
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