Misterioso
omicidio a Londra. Dopo il drammatico Match
Point, Woody Allen sceglie ancora una volta l'Inghilterra
e Londra in particolare per il film che segna il suo ritorno
davanti la macchina da presa ed alla commedia giallo-rosa
"Londra è un posto molto piacevole per lavorare,
nel senso che che è vero che adoro lavorare a New York,
Londra meglio si adatta a me ed ai miei ritmi; il clima è
ideale, le condizioni di lavoro - finanziarie ed artistiche
- sono buone."
Joe Strombel (Jan McShane) è un giornalista inglese
con lo scoop nel sangue, colto da morte prematura. Nel passaggio
verso il regno dei morti viene a sapere che un rispettabile
aristocratico inglese di nome Peter Lyman (Hugh Jackman) potrebbe
essere l'autore di efferati delitti che hanno gettato Londra
nel panico come ai tempi di Jack lo Squartatore. Un uomo chiamato
"il killer dei tarocchi" uccide done indifese, dai
capeli corti e scuri. Sfortunatamente per Joe Strombel, il
suo stato di decomposizione fisica gli impedisce di proseguire
le indagini. Decide quindi, sfuggendo al controllo della morte,
di afidare le indagini e quindi lo scoop ad una giovane studentessa
di giornalismo americana (Scarlett Johansson) in vacanza in
Inghilterra. Medium tra il giornalista e l'allieva, un uomo
'di nascita ebraica ma convertito all'edonismo';
un uomo amante della musica e suonatore di uno strumento come
lo schiacciapensieri noto anche con il nome di arpa giudaica
'ma sapete come funziona, ogni volta che si usa un termine
che si avvicina all'antisemitismo, quelli iniziano a scrivere
lettere di ogni tipo!', il mago/prestigiatore Sid Watermann
(Woody Allen), alias Splendini.
I punti di contatto con Misterioso omicidio
a Manhattan sono molteplici ed i rimandi continui.
Con Londra al posto di Manhattan, e la Johansson di Diane
Keaton, accomunate a detta del regista newyorkese dal medesimo
senso dello humour ed orecchio per i toni leggeri della commedia,
Woody Allen dimostra di aver riscoperto una seconda giovinezza
artistica in Inghilterra, rispolverando la sua mano felice
nel condire i dialoghi di battute fulminanti, e divertendosi
nel ironizzare su temi ricorrenti come la differenza di classe,
la cultura ebraica, il rapporto tra uomini e donne.
Un film da gustare tutto di un fiato, assecondando il ritmo
sfrenato che Allen impone in tutta la prima parte, per frenare
poi sul finale forse non all'altezza delle attese suscitate.
Comunque da non perdere. [fabio
melandri]