Match Point
id.
Regia
Woody Allen
Sceneggiatura
Woody Allen
Fotografia
Remi Adefarasin
Montaggio
Alisa Lepselter
Scenografia
Jim Clay
Interpreti
Scarlett Johansson, Jonathan Rhys Meyers, Emily Mortimer, Brian Cox, Matthew Goodge, Penelope Wilton, Ewen Bremmer, James Nesbitt
Anno
2005
Durata
124'
Nazione
USA
Genere
drammatico
Distribuzione
Medusa Film

“Colui che ha detto ‘Preferirei essere fortunato che buono’ aveva capito tutto della vita. Le persone non vogliono accettare il fatto che gran parte della nostra vita dipenda dalla fortuna, E’ spaventoso pensare quante siano le cose che sfuggono al nostro controllo. Ci sono momenti, in una partita di tennis, in cui la palla colpisce la parte alta della rete e per una frazione di secondo non sappiamo se la supererà o se cadrà indietro. Con un pizzico di fortuna, la palla supera la rete e vinciamo la partita ma senza fortuna ricadrà indietro e perderemo.”
In queste poche righe è contenuta la spiegazione dell’ultimo lavoro di Woody Allen, Match Point, un film anomalo nella filmografia del nostro sia per l’ambientazione, Londra, che per la tipologia di storia, un thriller nero assolutamente pessimista e melanconico, che per la durata, oltre due ore.
Se in Melinda e Melinda Allen riassumeva la duplicità della sua vena artistica, in bilico perenne tra dramma e commedia, qui il regista newyorkese sceglie il dramma; la pallina in bilico sopra la rete cade nella metà di campo dominata dai toni plumbei del cielo di Londra, dalla malinconia, rassegnazione e fatalismo a cui le nostre vite sono sottoposte per un volere più alto e più grande che possiamo chiamare fortuna, destino, casualità, Dio.
La storia è quella di una specie di cenerentolo, l’istruttore di tennis ed ex-professionista Christopher (Jonathan Rhys Meyers), sedotto dai modi e dall’agiatezza dall’alta aristocrazia inglese prima e dalla giovane e sbandata attrice americana Nola (Scarlett Johansson) subito dopo. Ma nel momento in cui dovrà scegliere tra la ragione ed il sentimento, l’ambizione e gli agi conquistati attraverso un infelice matrimonio, avranno la prevalenza. E quando la colpa non viene punita dalla legge, non rimane altro che rivolgerci al nostro senso morale per guidarci nelle azioni; ma se questo è anestetizzato dall’ambizione e dagli agi allora siamo realmente alla fine di ogni civiltà e di conseguenza, citando Sofocle, “il miglior regalo che si può fare ad un figlio, è quello di non lasciarlo nascere” come beffardamente e sardonicamente chiosa Chris nel finale shakespeariano della pellicola.
Un film che spiazza i fan di Allen pur mantenendo i pregi dei precedenti lavori del regista come una scrittura mai banale di dialoghi e situazioni e una scelta attoriale di primo livello soprattutto per la protagonista, con una Scarlett Johansson che ruba il respiro al solo vederla mentre il suo collega Jonathan Rhys Meyers pare troppo un clone, fisicamente ed artisticamente, di Jude Law per convincerci completamente.
Di nuovo oltre all’ambientazione come detto precedentemente, una maggior attenzione da parte di Allen alla messa in scena, ai movimenti di camera, alla costruzione della suspence che fa pensare ad un sincero omaggio ad uno dei suoi maestri, Alfred Hitchcock.
Per chi non può fare a meno dell’Allen commediante, consigliamo solo 12 mesi di attesa. In arrivo infatti una commedia leggera leggera sempre a Londra, sempre con la Johansson, dal titolo Scoop! [fabio melandri]

Approfondimenti: 
conferenza stampa
commedia e tragedia nel cinema di woody allen
trailer originale del film