Per
Kate, capo-chef di un esclusivo ristorante newyorkese, la
sua cucina è il mondo. Perfetto, cadenzato da ritmi
immutabili e regole ferree dove improvvisazione, superficialità,
fantasia non hanno diritto di asilo. Una vita organizzata
dove l'imprevisto non è contemplato. Ma ”La vita
è imprevedibile” come sostiene l’analista
da cui è costreatta ad andare in cura per mantenere
il prorpio lavoro. E l'imprevedibilità prende la forma
di due personaggi, che irrompono nell'apparente vita perfetta
di Kate. Zoe, la nipote rimasta orfana a causa di un incidente
stradale e Nick, cuoco amante della cucina italiana e di tutto
quanto fa made-in-italy. Quando razionalità e programmazione
si scontrano con fantasia ed improvvisazione, statene certi
che l’alchimia del perfetto equilibrio si manifesterà
sotto i vostri occhi dopo aver attraversato prevedibili crisi,
ripicche e gelosie.
Sotto la regia di Scott Hicks, in equilibrio instabile tra
dramma, commedia e un pizzico di romanticismo, Sapori
e dissapori è l'ennesima commedia americana
stanca, manieristica e prevedibile, dove ogni ingrediente,
perfetto se preso singolarmente, non riesce a creare un'amalgama
per palati sopraffini. Tutto è meccanico nella successione
degli eventi, ed i personaggi sono stereotipi buoni per evitare
approfondimenti psicologici e cattivi per renderli verosimili
alla realtà vissuta. Basti pensare al personaggio di
Nick che che mangia spaghetti, ama cantare l'opera lirica
(in un abbondanza di arie pavarottiane buone per gli eredi
del grande tenore), cucina la pizza e se suonasse anche il
mandolino... bè fate voi... irritante...
Il regista che aveva dato buona prova di sè nel maneggiare
elementi eterogenei dando loro omogeneità come in Shine
e La neve cade sui cedri, in
questa occasione sembra essere troppo in balia di elementi
incontrollabili, a partire dagli studiatissimi primi piani
delle due star protagoniste Catherine Zeta-Jones e Aaron Eckhart
e dall'esuberanza a tratti fastidiosa di Abigail Breslin (Miss
Little Sunshine). [fabio melandri]