Rec
id.
Regia
Jaume Balagueró, Paco Plaza
Sceneggiatura
Jaume Balagueró, Paco Plaza,
Luis A. Berdejo
Fotografia
Pablo Rosso
Montaggio
David Gallart
Trucco
Lucia Salanueva
Costumi
Gloria Viguer
Suono
Xavi Mas
Interpreti
Manuela Velasco, Ferrán Terrazza, Jorge Yamam, Pablo Rosso, David Vert
Produzione
Filmax
Anno
2007
Nazione
Spagna
Genere
horror
Durata
85'
Distribuzione
Mediafilm
Uscita
29-02-2008
Giudizio
Media

“REC” sta per record (registrare), la voce della telecamera che con la spia rossa ti indica che sta registrando. Ed è infatti la telecamera la vera protagonista di questo horror diretto da due dei registi più famosi della scena spagnola Balaguerò (Nameless e Fragile) e Plaza (Second Name e I delitti della luna piena). Angela Vidal è in cerca di scoop per il suo programma tv. Decide di seguire, con il suo cameraman, l'operato dei pompieri della città, nella speranza che un incendio le possa garantire una grande storia da raccontare. Ma quando alla centrale arriva la chiamata di un'anziana signora intrappolata nella sua casa, Angela si ritroverà coinvolta in un'avventura perfino troppo terrificante da essere raccontata.
Solo la telecamera è testimone dei fatti che succedono. Con tutto quello che comporta. Piani sequenza via via interrotti per motivi diversi (le batterie si scaricano, la polizia non vuole che riprendano e la fa spegnere, negli inseguimenti la telecamera cade), ondeggiamento continuo dell’immagine, riprese a scatti in perfetto stile dogma.
Balaguerò e Plaza hanno unito le forze per scrivere una sceneggiatura che in tutto e per tutto potesse risultare credibile ma sembra anche che si siano divertiti un mondo a sovvertire il comune senso del raziocinio. Ora è vero che trattandosi di un horror si può anche chiudere un occhio sulla verosimiglianza della narrazione ma risulta davvero poco plausibile che un cameraman nei momenti in cui rischia la pelle continui imperterrito a registrare invece di gettare la telecamera e scappare a gambe levate. Tanto più che non sta girando un reportage di guerra in Iraq.
Se si riesce comunque ad andare oltre questo limite il film di questa strampalata coppia di giovani registi di genere si lascia guardare con un certo divertito interesse. Colpi di scena ce ne sono a bizzeffe trattandosi di una specie di zombie movie (un virus si diffonde all’interno di un palazzo e chi ne è contagiato diventa aggressivo e famelico come un cane rabbioso) e l’atmosfera è fastidiosamente claustrofobica. In sala la gente sghignazzava ma le risatine si sa a volte nascondono il disagio di fronte alla paura e alcune scene fanno davvero sobbalzare sulla poltrona.
[marco catola]