La papessa
Die Papstin
Regia
Sönke Wortmann
Sceneggiatura
Heinrich Hadding, Sönke Wortmann
Fotografia
Tom Fährmann
Montaggio
Hans Funck
Scenografia
Bernd Lepel
Costumi
Esther Walz
Musica
Marcel Barsotti
Interpreti
Johanna Wokalek, David Wenham, John Goodman, Iain Glen
Produzione
Constantin Film
Anno
2009
Nazione
Germania, Spagna,
UK, Italia
Genere
storico
Durata
149'
Distribuzione
Medusa Film
Uscita
28-05-2010
Giudizio
Media

Dopo l’uscita di Agorà, storia della filosofa Ipazia, ancora una volta il cinema si cimenta in un dramma storico il cui protagonista è una donna ed in cui questa è una perseguitata.
La storia che noi conosciamo è a metà via tra la legenda e la realtà, un po’ come il britannico Re Artu’ in cui fatti storici, concomitanze e testimonianze conservate nei testi di tutti i tempi ne stabiliscono l’ipotetica identificazione con personaggi realmente attivi in quelle epoche. Ma mentre la figura di Artù è nata come aspirazione al perfetto monarca, l’ebbrezza papale di Giovanna non le fu mai riconosciuta e non fu sufficiente neppure a concederle la misericordia. Il Regista Sonke Wortmann, figura di spicco per il box office tedesco, ci permette di conoscere Giovanna dalla sua venuta al mondo, accaduta in un piccolo paese ai margini dell’impero ed in condizioni di povertà, sino alla sua ascesa alle fila religiose e quindi al Pontificato.
Siamo nel IX secolo e il successore di Carlo Magno è prossimo al trono. L'Alto Medioevo è quello che è e l’ostinata e dotata ragazzina si farà strada dalla Germania sino a Roma camuffandosi in abiti maschili per inseguire l’istruzione sacra e profana ed in continuo tormento tra l’amore terreno e quello di Dio.
Fino a qui, come la sua storia, il film sarà commovente, passionale e ricco di speranza, le tre giovani attrici che interpretano Giovanna dall’infanzia all’adolescenza hanno gli occhi vibranti e la lingua sciolta impersonando perfettamente il personaggio nella sua fase di crescita e di sete acuta di sapere. Poi a loro succede Johanna Wokalek vincitrice del premio Bambi nel 2008 come migliore attrice tedesca con La banda Baader Meinhof.
Non sarà forse tutta colpa sua ma il film subisce una brusca frenata rispetto alla prima parte, con piccole dosi di John Goodman nei panni di Papa Sergius che tentano di rianimarlo.
I minuziosi dettagli della prima ora di pellicola e la cura con la quale si tende ad elevare quella piccola bambinetta ad una aspirante religiosa, scandisce con armonia le varie tappe che non risultano mai troppo lunghe e nemmeno il contrario. Giunta a Roma la futura Papessa nei panni di un frate medico, goffo come chi ha il timore di essere scoperto da un momento all’altro di “soffrire” di ciclo mestruale, non lascia trapelare affatto quella unicità che ci si aspetta da chi, dopo un percorso come il suo, sta per essere eletto Papa.
E forse neppure lei se lo aspettava più di tanto, sedotta nuovamente dal suo spasimante e ormai tra le braccia del caduco amore umano.
Le esili mani di Papa Giovanna, col nome di Johannes Anglicus, si schiudono al popolo che la festeggia. Così Johanna Wokalek (omonima al suo personaggio) si presenta al suo popolo di attori figuranti che la acclamano.
Infine la storia, o leggenda che sia, ci lascia una testimonianza dura e cruenta sulla sorte di Giovanna una volta scoperta la sua identità, sorte che il regista Wormann ha preferito addolcire con squarci di luce Divina. [silvia langiano]