Marzo
1973. Il gangster francese per antonomasia Jacques Mesrine
(Vincent Cassel), armato di coraggio e sfrontatezza, torna
in Francia dopo essere stato in esilio in Canada. Finisce
in prigione, fa amicizia con ergastolani senza scrupoli, evade
più volte ed entra in contatto con il mondo della malavita
degli anni Settanta. Nell’arco di quasi un decennio
svaligia banche, uccide poliziotti, rapisce un miliardario,
contratta per il riscatto e s’innamora di Sylvia (Ludivine
Sagnier).
La polizia francese, nonostante il suo strafottente disinteresse
delle regole e la sfrontata capacità di manipolare
l’informazione con il suo fare ironico e irrispettoso,
continua a tenerlo sotto tiro e prima che scappi da Parigi,
gli impedisce di “dare scacco matto al sistema”.
Il secondo capitolo dell’epica storia di Mesrine è
dominato dalle interferenze politiche nella vita di criminale,
al punto che Jacques stesso si arrischia a definirsi un “rivoluzionario”.
Nemico pubblico
N°1 – L’istinto di morte descriveva con
enfasi la formazione personale, la seconda parte perde un
po’ del noir e risente delle intromissioni terroristiche
proprie dell’epoca. Indiscutibilmente Cassel è
perfetto in entrambi i film ed ha meritato a pieno titolo
il Cesar come migliore attore protagonista (Jean Francois
Richet è stato premiato come miglior regista), ma manca
l’immedesimazione nel personaggio. [valentina
venturi]