My Father - Rua Alguem, 5555
id.
Regia
Egidio Eronico
Sceneggiatura
Egidio Eronico, Antonella Grassi, Fabio Carpi, Peter Schneider
Fotografia
Janos Kende,
Gherardo Gossi
Montaggio
Raimondo Aiello
Musica
Riccardo Giugni
Interpreti
Thomas Kretschmann, Charlton Heston, F. Murray Abraham, Thomas Heinze, Camilo Bevilacqua, Odilon Wagner, Denise Weinberg
Anno
2004
Durata
115'
Nazione
Italia/Brasile
Genere
drammatico
Distribuzione
AB Film Distributors
“Non ho mai fatto male a nessuno, lo giuro sulla testa di mia madre.”
“Personalmente non ho mai ucciso, ferito o danneggiato fisicamente nessuno.”
“Il compito principale dei medici delle SS è di setacciare quelli che, sottraendosi al lavoro, preferiscono morire.”
“Nel lager ho aiutato molti malati, ma nessuno vuole riferire delle mie buone azioni.”
“Non esistono giudici: solo vendicatori.”

Parole in libertà di Josef Mengele, medico delle SS ad Auschwitz, dove si guadagnò l’appellativo di Angelo della morte dopo essersi reso responsabile tra il 1943 ed il 1945 della morte per “selezione” di centinaia di migliaia di persone oltre alle numerose vittime dei suoi esperimenti genetici, condotti per lo più su gemelli, nani e donne incinte.
Con la fine della guerra Mengele riuscì a fuggire trovando riparo prima in Germania e successivamente in Argentina, Paraguay ed in ultimo in Brasile, protetto dalla ricca famiglia di industriali tedeschi. Sparito nel nulla, ricevette nel 1977 la prima ed unica visita del figlio Rolf, venuto a conoscenza della verità identità paterna: ”Per me mio padre era sempre stato lo Josef Mengele che ritenevo eroicamente caduto sul fronte orientale. Un uomo colto, che sapeva di greco e latino. Poi d’improvviso mi dicono che era il medico di Auschwitz. Per me è stato un colpo. Non è facile essere il figlio di Josef Mengele.
Egidio Eronico, supportato da una coproduzione capitanata dall’italiana Gan Film e la collaborazione della Total Entertainment (Brasile) e Focus Film (Ungheria), traendo spunto dal romanzo Papà dello scrittore tedesco Peter Schneider (E/O Edizioni) racconta quelll’unico incontro tra Josef Mengele criminale nazista ed il figlio, avvenuto a Manaus in Brasile.
Se le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, è difficile per un figlio perdonare le colpe di un padre che non si arrende all’evidenza delle prove ed al giudizio unanime della storia. E con lui anche noi spettatori siamo portati nella tana del mostro, costretti ad ascoltare le sue convinzioni, le sue verità, la storia vista attarverso gli occhi dei perdenti, per renderci conto che alla fine il mostro è soltanto un uomo. E per questo ancor più terribile.
Il film sostenuto da due mostri sacri del cinema internazionale come Charlton Heston nel ruolo del Padre e di F. Murray Abraham in quelle del cacciatore di criminali Paul Minsky e dalla sofferta e partecipata interpretazione dell’attore tedesco Thomas Kretschmann (King Kong, Il Pianista, La regina Margot) bene ci introduce nel conflittuale rapporto padre-figlio, imputato-giudice, odio-amore che come una corda elastica li avvicina ed allontana subito dopo, ma si appesantisce in corso d’opera per un certo didascalismo espositivo ed una tendenza a reiterarsi in concetti, tesi e situazioni. La regia di Eronico punta troppo nella ricerca della bella immagine, giocando su diversi livelli temporali che non sempre sono tenuti sotto controllo, creando ad uno spettatore poco concentrato una certa confusione dal punto di vista drammaturgico.
[fabio melandri]