Primordiale.
E' questo il primo aggettivo che emerge dopo la visione de
I mercenari, ultima prova registica
ed attoriale di Sylvester Stallone.
Come la storia: Barney Ross (Stallone) è un uomo che
non ha niente da perdere. Coraggioso, privo di emozioni, è
lui il capo, il saggio e lo stratega di questa banda che vive
ai margini della società, una banda di uomini uniti
da un forte legame. Le uniche cose cui è legato sono
un camioncino, un idrovolante e la squadra di mercenari moderni
composta da Lee Christmas (Jason Statham) ex SAS ed esperto
di qualsiasi arma dotata di una lama, Yin Yang (Jet Li), maestro
di Close Quarter Combat, Hale Caesar (Terry Crews), che conosce
Barney da 10 anni ed è uno specialista di armi a canna
lunga, Toll Road (Randy Couture), grande esperto di demolizioni
considerato come l’intellettuale del gruppo e Gunnar
Jensen (Dolph Lundgren), veterano del combattimento ed esperto
cecchino, in lotta con i suoi ‘demoni’ personali.
Quando il misterioso Church (Bruce Willis) offre a Barney
un lavoro che nessun altro accetterebbe - deporre il Generale
Gaza, dittatore assassino dell’isola di Vilena e porre
così fine agli anni di morte e distruzione inflitti
sul suo popolo – la banda entra in azione, lasciando
difficilmente dietro di loro un palazzo ancora in piedi o
un cattivo ancora in vita.
Come la recitazione: tra Dolph Lundgren (l'ex nemico di Stallone
in Rocky IV famoso per il suo
“Ti spiezzo in due) e Arnold Schwarzeneggher (in un
brevissimo cameo in cui Sly si diverte, per la seconda volta
dopo Dredd, ad ironizzare sulla
carriera politica di Arnold), passando per Bruce Willis, mancano
all'appello solo Chuck Norris, Steven Segal e Jean Claude
Van Damme per avere il 'meglio' ed il peggio che una recitazione
marmorea e monotona possa offrire in appena 90 minuti di proiezione.
E solo per citare i più noti, perchè tutta l'allegra
banda di mercenari fa a gara per aggiudicarsi il premio Bronzo
di Riace 2010, a cui si chiama fuori Mickey Rourke che dopo
The Wrestler deve essersi ricordato
che una volta era anche un discreto attore.
I mercenari è un film fuori dal tempo, con il fascino
vintage di un telefilm degli Anni Ottanta, un A-Team più
fracassone ma in parte anche divertente grazie alla continua
auto-ironia che Stallone concede al suo e al di altri personaggi.
In altro caso sarebbe stato di difficile sopportazione.
Rimane il punto interrogativo del perchè un film del
genere, dopo che avevamo esaltato Stallone per il suo ultimo
capitolo su Rocky Balboa, così
lontano dallo stereotipo reganiano Anni Ottanta, su cui per
I mercenari pesca a piene mani. Qui prodest?.
[fabio melandri]