Dopo Brokeback Mountain
e la vittoria di tre premi Oscar, Ang Lee torna nelle sale
cinematografiche proponendo un film in costume, ambientato
negli anni Quaranta in piena Seconda Guerra mondiale, mentre
Shanghai era sotto l’occupazione giapponese.
La protagonista è Wong Chia Chi (Tang Wei), una giovane
donna che milita nella resistenza cinese. La scelta di intraprendere
questa strada avviene senza rendersene conto. Questi i fatti:
da studentessa universitaria in Cina nel 1938, Wong accetta
di prendere parte ad un gruppo teatrale. Conosce Kuang Yu
Min (Wang Leehom) e ottiene la parte di attrice principale.
Il coinvolgente capo gruppo convince i ragazzi a mettere in
atto un piano: assassinare un collaborazionista dei giapponesi,
il signor Yee (Tony Leung).
Ogni studente dovrà interpretare un ruolo ben preciso,
in modo da poter rendere credibile la messinscena e incastrare
Yee. A Wong spetta la parte più difficile: vestire
i panni della signora Mak, diventare amica della moglie (Joan
Chen) di Yee e intrattenersi in interminabili partite a mahjong.
La vicinanza le potrebbe permettere di intrecciare una relazione
sessuale con lui per riuscire a farlo uccidere. Gli iniziali
entusiasmi sfumano per un fatale imprevisto… La vita
di Wong è però irrimediabilmente sconvolta.
Dal 1938 si passa al 1941, a Shanghai: la guerra non è
ancora finita. Wong si trova ad Hong Kong ed ha ripreso gli
studi. Con enorme sorpresa viene rintracciata da Kuang Yu
Min: il giovane ora fa parte della resistenza armata e le
propone di unirsi a loro per concludere il lavoro intrapreso
anni prima. Dovrà essere di nuovo la signora Mak: ora
il signor Yee è diventato direttore del servizio segreto
collaborazionista, un obiettivo ancora più significativo.
Wong accetta, torna ad interpretare la sua parte, così
bene da riuscire ad intrufolarsi nella vita e nel letto di
Yee. Il sesso, la passione, la violenza e il potere le faranno
perdere di vista se stessa, i suoi obiettivi, la sua identità.
Ancora una volta il regista de La tigre
e il dragone parla di passione, di amore, di attrazione.
Con Lussuria – Seduzione e tradimento
Lee ha conquistato il Leone d’Oro alla 64° Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Impeccabile
la ricostruzione dei luoghi e degli abiti dell’epoca:
gli esterni sono stati girati in diverse zone dell’Asia.
Nel totale dei 118 giorni di riprese, la prima parte ha avuto
come base logistica la Malaysia, nelle città di Ipoh
e Penang. Poi la troupe si è trasferita per un mese
ad Hong Kong. Durante gli esterni a Shanghai sono stati rimossi
oltre 3 mila condizionatori dei residenti.
La protagonista – al fianco dell’icona del cinema
asiatico Tony Leung – è Tang Wei, al suo debutto
sul grande schermo. Ang Lee prima di sceglierla ha provinato
decine di attrici. “Appena ho visto Tang Wei, ho pensato:
“Ha il viso di una signora della Cina del sud”
– che era proprio quello che cercavamo. Quando poi l’ho
conosciuta, ho capito che aveva anche il temperamento giusto
per interpretare il personaggio di Wong Chia Chi, così
come lo aveva immaginato Elieen Chang (autrice del romanzo
da cui è tratta la pellicola, ndr.). Alla fine del
provino sapevo che aveva tutte le carte in regola per poter
rendere i diversi aspetti del suo personaggio. L’ho
guardata e ho creduto in lei”. Effettivamente durante
le due ore e più, l’intensità interpretativa
della protagonista cambia in modo netto, radicale e profondo.
Forse la perfezione rischia di trasformarsi in manierismo.
Potrebbe essere questo il difetto della pellicola: un’accuratezza
che degenera in gelida ricostruzione. [valentina
venturi]