L'innocenza del peccato
La fille coupée en deux
Regia
Claude Chabrol
Sceneggiatura
Cécile Maistre, Claude Chabrol
Fotografia
Edoardo Serra
Montaggio
Monique Fardoulis
Scenografia
Françoise Benoit-Fresco
Costumi
Mic Cheminal
Musica
Matthieu Chabrol
Interpreti
Ludivine Sagnier, Benoît Magimel, François Berléand, Mathilda May, Caroline Silhol, Marie Bunel, Valéria Cavalli, Etienne Chicot, Thomas Chabrol, Jean-Marie Winling, Didier Benureau, Edouard Baer
Produzione
Alicéleo Cinéma, Alicéleo Rhône, Alpes Cinéma, France 2 Cinéma, Intégral film, Canal +, Cinecinema
Anno
2007
Nazione
Francia, Germania
Genere
drammatico
Durata
115'
Distribuzione
Mikado
Uscita
8-08-2008
Giudizio
Media

“La perversità è l’arte di trasformare il bene in male.”
Claude Chabrol

Vedere l'ultimo film di Chabrol è come se gli Anni Sessanta e la nouvelle vague non fossero mai passati tra storie di amour fou, perversioni morbose sempre accennate e mai esplicite e il buio della mente della provincia francese, lontano dai riflettori della ville lumiere. Una sportiva decappottabile si arrampica lungo una provinciale che tortuosamente arriva fino alla splendida casa di campagna dove da tempo si è ritirato con la moglie uno dei più grandi romanzieri contemporanei, Charles Saint-Denis. Alla guida è la sua editrice, che premurosamente gli fornisce altre copie del nuovo libro in vista della presentazione che si terrà a giorni a Lione. Saint Denis è un uomo affascinante, schivo e riservato, elegante e amante delle citazioni oltre che delle donne. La moglie che ha sposato lo adora e non nutre nessun dubbio sulle sue virtù e sulla sua fedeltà. Il loro idillio sottolineato ed elogiato dall'editrice rasenta uno scenario da Mulino Bianco.
Chabrol sa come preparare il colpo di scena e montare la tensione. Nel frattempo un'avvenente conduttrice del meteo bamboleggia in cerca di una carriera che le permetta di condurre uno show tutto per lei in prima serata dove possa sfoderare gli occhi da cerbiatta e il sorriso malizioso. Quando le loro vite si incrociano nel dedalo di casualità e coincidenze che il destino ironico e tagliente gli riserva, un fuoco di passione divamperà bruciando ogni inibizione e ogni freno che hanno innalzato per difendersi da se stessi e dalle loro fantasie. Saint Denis e Gabrielle si provocano, non risparmiando le armi della seduzioni, Saint Denis punta tutto sull'esperienza e sul fascino dell'intellettuale che sa giocare con le battute e gli aforismi, mentre Gabrielle usa il suo corpo come Charles usa le parole, con cinismo e ostentazione. Ognuno si specchia nell'altro e invece delle virtù domestiche, ci trovano i vizi e difetti che si rifiutano di vedere in se stessi. L'altro diventa l'alibi delle proprie inclinazioni mancate, dei talenti sprecati e delle menzogne che non sanno tacere. Ma entrambi sanno quello che vogliono e la scommessa su cui si basa la loro relazione è tutta qui. Chi crollerà per primo. Chi cederà all'amore, sacrificando le voglie e i desideri?
Saint Denis è astuto e calcolatore, sa fingere con la moglie e nel momento stesso in cui ha costruito la maschera dello scrittore nascosto in un eremo, manipolando la sua identità, come i famigerati americani sempre degli anni sessanta Pynchon e Salinger, forse è il momento in cui si espone di più. Si espone alla passione, allo scandalo e al pettegolezzo. Mentre Gabrielle non è ingenua come vorrebbe far credere e assomiglia pericolosamente alle femme fatale del noir di cui la generazione cinefila della nouvelle vague si innamorava al cinema. Chabrol registra con sguardo da entomologo gli scambi e gli sguardi, gli sbandamenti e le metamorfosi che un uomo e una donna arrivano a costruire per ingannare e ferirsi. Ma il regista sembra non credere al dolore di un uomo, con cui ricatta emotivamente la donna e giustifica invece la donna che quando viene umiliata e punita trova il momento di verità. Chabrol sa che non basta una dinamica a due e quando l'attrazione tra il maturo scrittore e l'avvenente ragazza in carriera perde mordente, rilancia inserendo un terzo personaggio.
Perché una regola fondamentale in una storia d'amore è raccontare in realtà un triangolo. Il terzo vertice scelto da Chabrol è l'opposto di Saint Denis. Un giovane milionario, erede di un impero, instabile e sensibile che impazzisce letteralmente per Gabrielle e nutre un odio feroce e gratuito nei confronti del romanzieri. Tra loro un reciproco rancore che Chabrol non spiega, seminando indizi e immergendo i personaggi in un clima di paranoia pura e durissima. Chabrol imprigiona i suoi personaggi, li rinchiude in uno schema da cui è impossibile fuggire, illudendoli che la libertà, che la possibilità di rimediare sia dietro l'angolo e che la felicità sia raggiungibile con il minimo sforzo. In questa gabbia, in questa tela di ragno Charles, Gabrielle e Paul si invischiano e si compromettono, commettendo errori su errori, verso la deflagrazione finale, verso l'apoteosi del delitto, verso il punto di non ritorno. La catena di scelte sbagliate che si snoda impercettibilmente in questa storia di provincia che poteva raccontare un Balzac o un Maupassant ispirati dai fatti di cronaca quando volevano descrivere l'animo nero degli esseri umani, diventa a ogni sequenza sempre più soffocante e ipnotizza lo spettatore senza dargli mai il tempo di pensare, ma concedendogli il lusso di avere l'ultima parola sui personaggi.
Ispirato a un episodio realmente accaduto nel 1906 contenuto in Ragtime di Doctorow, L'innocenza del peccato (ma il titolo originale rendeva meglio l'idea della donna divisa e dimezzata tra le due specie di amore, quello coniugale e quello trasgressivo), Chabrol ne sposta l'attenzione sullo sguardo femminile, dipingendo un ritratto di donna che non ha nulla da invidiare alle altre interpretate dalla sua musa ispiratrice Isabelle Huppert. Ludivine Sagnier corpo flessuoso e una grazia macchiata dal peccato insaziabile incarna una Gabrielle tormentata e appassionata e sa come destreggiarsi tra i desideri maschili di Benoit Magimel e di Francois Berleand.
[matteo cafiero]