Ispirato
alla saga fantasy di “Earthsea”, creata nel 1968
dalla scrittrice statunitense Ursula K. Le Guin e comprendente
cinque romanzi più qualche racconto, I
racconti di Terramare (Gedo Senki - Le cronache militari
di Terra-Mare) racconta delle gesta di Ged, vecchio pastore
diventato Arcimago, conosciuto adesso con il nome di Sparrowhank.
Dovrà scoprire, prima che sia troppo tardi, da cosa
è originata una misteriosa forza oscura che sta minacciando
gli equilibri naturali di Terra-Mare, causando inspiegabili
epidemie fra gli animali e togliendo sempre più vigore
alla magia.
Il mondo di oggi è molto più simile a quello
descritto nel film di quanto si possa immaginare. E’
vero ci sono dragoni e maghi (vanno molto di moda in questo
periodo vedi Eragon e la saga di
Harry Potter) ma tutti vivono freneticamente, ci sono droghe,
si vendono schiavi e molte persone sono senza obiettivi. La
speranza per il futuro è compromessa dalla malvagità
del prossimo. E la lotta tra bene e male è sempre attuale.
Ged rappresenta il bene, il suo acerrimo nemico Cob il male.
Cob teme la morte più di ogni altra cosa e questa sua
paura l’ha portato ad usare il male per allontanarla
da sé. Ma quello che non ha compreso è che la
vita non può esistere senza la morte. Si muore perché
si è vivi. E si vive perché c’è
la morte. Non si può vivere in eterno. La magia al
servizio del male non può che portare catastrofe. L’equilibrio
deve essere ripristinato pena la fine del mondo. L’apparizione
dei dragoni nei cieli delle terre dell’Est è
presagio di sciagura. Occorre intervenire al più presto.
Ged non può farcela da solo. Ha bisogno di forza giovane.
In suo aiuto accorreranno Therru, ragazzina dalla forza innata,
e Arren, principe patricida che ha paura di vivere. Insieme
riusciranno a salvare il mondo dalle oscure forze di Cob.
Presntato allo scorso festival di Venezia fuori concorso,
I racconti di Terramare segna
l’esordio nell’animazione di Goro Miyazaki, figlio
del ben più famoso Hayao (premio oscar per La
città incantata nel
2003), che inseguiva il progetto di portare su grande schermo
il romanzo della Le Guin da oltre vent’anni ma che vi
ha dovuto rinunciare perché era impegnato nella realizzazione
del suo Il castello errante di Howl,
peraltro presentato a Venezia fuori concorso nel 2004. Hayao
lascia dunque il testimone al figlio Goro, già autore
di un documentario dedicato al museo dello Studio Ghibli,
da lui stesso progettato. [marco
catola]
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