Due partite
id.
Regia
Enzo Monteleone
Sceneggiatura
Enzo Monteleone,
Cristina Comencini
Fotografia
Daniele Nannuzzi
Montaggio
Cecilia Zanuso
Scenografia
Paola Comencini
Costumi
Marina Roberti
Musica
Giuliano Taviani
Interpreti
Isabella Ferrari, Margherita Buy, Claudia Pandolfi, Carolina Crescentini,
Paola Cortellesi, Marina Massironi, Valeria Melillo, Alba Rohrwacher
Produzione
Cattleya, Rai Cinema
Anno
2009
Nazione
Italia
Genere
drammatico
Durata
94'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
06-03-2009
Giudizio
Media

1966. Il giovedì, per quattro amiche, prevede un appuntamento irrinunciabile: giocare a carte. Tra una smazzata e una tazza di thè a casa di Beatrice (un’ingenua Isabella Ferrari che parla in dialetto emiliano), Gabriella (Margherita Buy, più ironica del solito), Claudia (Marina Massironi molto impostata) e Sofia (Paola Cortellesi con piglio amaro) si riuniscono intorno ad un tavolo, mentre le figlie giocano nella camera accanto. Tra una sigaretta e una battuta sul futuro parto della padrona di casa, vengono fuori i dilemmi propri dell’epoca: mariti che tradiscono, frustrazioni professionali per aver sacrificato la carriera alla famiglia e matrimoni senza amore. Sono temi che appartengono solo alle madri, o forse le loro azioni, pensieri, desideri e insoddisfazioni ricadranno sulle figlie?
Passano trent’anni: le quattro eredi femmine si ritrovano a casa di Beatrice, per il funerale della stessa, suicida. Adesso a confrontarsi ci sono Sara (Carolina Crescentini esageratamente isterica), diventata un’affermata pianista al contrario della madre Gabriella; Giulia (Alba Rohrwacher) che ha sempre subito la vita passivamente, ma che forse troverà la forza di reagire; Rossana (Claudia Pandolfi), pediatra con piglio maschile che non sa se avere o meno un figlio che le faccia affermare la sua femminilità. Ed infine Cecilia (Valeria Melillo), single in ormonale attesa del figlio da concepire in provetta.
A conti fatti, le difficoltà che vivono le donne sono rimaste le medesime: il difficile rapporto uomo/donna, l’emancipazione femminile, la voglia di riscatto professionale e il tempo che passa. Si impara dagli errori materni, o si ricade nelle stesse mancanze?
Pellicola tratta dall’omonimo testo teatrale scritto e diretto sul palcoscenico da Cristina Comencini, Due partite cerca di mettere in luce, con ironia e semplicità narrativa, i pensieri delle donne. La versione cinematografica ha molti debiti rispetto a quella teatrale – a cominciare dalla scelta di mantenere un solo ambiente – eppure i debiti diventano qualità grazie al montaggio veloce.
Il regista Enzo Monteleone (voluto dalla Comencini: “Lo sguardo di un uomo ha dato forza drammatica al testo”), ha dichiarato: “Cecilia Zanuso è stata molto brava, ma anche le attrici: abbiamo ripetuto infinite volte i ciack, necessari per cogliere anche un’alzata di sopracciglia. In fase di montaggio questi frammenti emotivi sono diventati la forza della pellicola, rimanendo funzionali alla storia”. Scenografia e costumi sono studiati con cura e minuziosità, come anche la musica: Mina è la colonna sonora ideale. [valentina venturi]