Crank
id.
Regia
Mark Neveldine,
Brian Taylor
Sceneggiatura
Mark Neveldine, Brian Taylor
Fotografia
Adam Biddle
Montaggio
Brian Berdan
Scenografia
Jerry Fleming
Costumi
Christopher Lawrence
Musica
Paul Haslinger
Produzione
Lakeshore Entertainment,
Lionsgate, @radical.media
Interpreti
Jason Statham, Ami Smart, Efren Ramirez,
Jose Castillo, Jay Xcala, Carlos Sanz, Keone Young
Anno
2007
Genere
thriller
Nazione
USA
Durata
84'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
27-07-07

Chev Chelios, killer al soldo della malavita losangelina, una mattina si sveglia con un grande mal di testa, problemi di vista ed un piccolo grande problema. Gli è stato infatti iniettato un veleno mortale che lo porterà alla morte entro una sola ora. Dead Man Walking. Unica via di scampo in attesa di trovare l’antidoto è sviluppare adrenalina nel suo corpo ed impedire al veleno di fermare il cuore. Con ogni mezzo lecito ma soprattutto illecito: sniffare coca nei bagni pubblici di un locale, scopare la sua ragazza nel bel centro di Chinatown, correre in piedi su una motocicletta della polizia lanciata nel traffico, girare un centro commerciale in auto inseguito dalla polizia ed altre amenità. Obiettivo: rimanere in continuo movimento, correre… correre… correre… Se ti fermi sei un uomo morto.
DOA. Dead on Arrival. Parliamo naturalmente di Chev Chelios, interpretato dal caratterista Jason Statham - capace di essere al contempo duro e tenero, spietato e divertente - ma soprattutto parliamo del cinema in quanto forma espressiva autonoma, capace di variazione di ritmi, profondità di personaggi, storie originali ed avvincenti.
Con Crank siamo invece entrati in una nuova dimensione dell’arte cinematografica, dove la contaminazione tra cinema, videoclip e videogioco ha raggiunto la sua più alta e perfetta contaminazione. Un cinema in cui la messa in scena spettacolare e mozzafiato è sovrana, annullando ogni forma vivente di intelligenza e verosimiglianze pensanti. Il tutto grazie al ricorso massiccio all’alta definizione che se da una parte depaupera l’immagine rendendola fredda, asettica, artificiale, permette riprese acrobatiche grazie a piccolissime e sofisticatissime videocamere da posizionare nei posti più impensati – tra il pedale dell’acceleratore e del freno di un’auto in corsa per esempio – e riprese in spalla all’operatore su un paio di rollerblade. Questo e molto di più è Crank, pellicola iperrealista, ipertrofica, ipertecnologica, condito da spruzzate di umorismo nei dialoghi (Non ci sali sul mio taxi bagnato – ti ho appena dato 200 dollari per aspettare due minuti – Non ci Sali sul mio taxi bagnato – Già, hai ragione. Non ci salgo sul tu taxi… Terrorista…. Terrorista…- Io Amo l’America! Amo Bush! Ho votato per Bush! Ho votato per Bush!) che aiuta a rendere sostenibile un film che altrimenti provocherebbe assuefazione da endorfina dopo pochi minuti.
Un film caciarone alla Michael Bay ma con mezzi produttivi meno eclatanti e dispendiosi con risultato di azzeramento del tessuto cinematografico a favore di quello para-televisivo. Meglio sarebbe stato per i due neoregisti trovare una loro personale strada cinematografica, cosa fatta con eccellenti risultati da altri due neoregisti di derivazione televisiva come Jonathan Dayton e Valerie Faris, autori del gioiellino Little Miss Sunshine, piuttosto che contaminare con la loro passione per il video la materia di cui sono fatti i sogni.
“Vogliamo che il pubblico che va a vedere Crank si diverta: come un colpo di pistola, uno sparo e via verso un’esperienza emozionante. – dicono i due registi Mark Neveldine e Brian Taylor - E’ un videogame che prende vita.” Detto! Fatto! [fabio melandri]

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