Colpo d'occhio
id.
Regia
Sergio Rubini
Sceneggiatura
Angelo Pasquini, Carla Cavalluzzi, Sergio Rubini
Fotografia
Vladan Radovic
Montaggio
Giogio’ Franchini
Scenografia
Luca Gobbi
Costumi
Patrizia Chericoni, Florence Emir
Musica
Pino Donaggio
Interpreti
Sergio Rubini, Riccardo Scamarcio, Vittoria Puccini, Richard Sammell,
Paola Barale, Emanuele Salce, Giancarlo Ratti
Produzione
Rai Cinema, Cattleya
Anno
2008
Nazione
Italia
Genere
drammatico
Durata
110'
Distribuzione
01 Distribution
Uscita
21-03-2008
Giudizio
Media

Raggiungere il successo è difficile, ma lo è di più evitare di vendere l’anima al diavolo. La pellicola diretta e interpretata da Sergio Rubini affronta il tema del pericolo che vive un insicuro artista (Riccardo Scamarcio), quando incontra un importante e influente critico d’arte (Sergio Rubini), molto più scaltro di lui. Il mondo che il neofita desidera conquistare è già nelle mani del navigato critico che illudendolo di volere solo il suo bene, lo plasma attraverso consigli, parole interessate, infinite tentazioni che la fama offre, sempre con l’idea che sia possibile avere un successo veloce e sicuro.
“Lo spunto del film – dichiara Rubini - è nato a casa mia, mentre aspettavo di incontrare Scamarcio. Cosa succederebbe, mi sono chiesto, se anziché imbattersi in un padre, o comunque un fratello maggiore, una guida, un riferimento, questo giovane si ritrovasse di fronte uno che finge di essere tutto questo ma che di fatto, per invidia, rivalsa – dovute alla differenza di età, per cui tutto ciò che l’altro ha e che a lui manca – lo ammazzerebbe?”.
Riccardo Scamarcio interpreta Adrian, ambizioso scultore di talento (le opere sono realizzare da Gianni Dessì), che cerca di affermarsi nel mondo dell’arte. Durante un’esposizione conosce Gloria (Vittoria Puccini), studiosa d’arte, sentimentalmente legata al famoso critico d’arte Lulli (Sergio Rubini). Il rapporto tra loro è sbilanciato: la ragazza è molto più giovane del mentore artistico e la relazione è consumata da tempo. Si conoscono da quando lei aveva sedici anni, era la sua allieva prediletta. La passione tra i due coetanei, quindi, scoppia fulminea.
Seppur con paura e trepidazione, Gloria decide di lasciare Lulli e di diventare la musa e l’ispiratrice di Adrian. Dopo l’iniziale trasporto amoroso, la vita di coppia si incrina, giorno dopo giorno, opera d’arte dopo opera d’arte, a causa di uno scaltro grillo parlante: Lulli, con lucidità e machiavellico raziocinio, dipana la sua tela per manipolare l’artista e riconquistare Gloria. L’ambizione, il bisogno di una guida spirituale e la voglia di raggiungere il successo agognato, spingono Adrian a dare credito ai consigli del critico, affatto disinteressati. Ovviamente grazie alla sua influenza, Lulli riesce a far decollare la carriera del giovane, ma nel contempo provoca una profonda falla nella relazione tra Gloria e Adrian. In prossimità di una mostra che dovrebbe sancire definitivamente l’ascesa dell’ambizioso artista, la vita sentimentale va in frantumi. Eppure l’ambizione vince sui sentimenti. Ancora attraverso a Lulli, Adrian entra tra gli artisti in mostra alla Biennale, ma mettendo in discussione anche la sua dignità artistica. Come diceva Picasso: “I mediocri copiano, gli artisti rubano”…
Quello di Rubini è un film (il nono) di genere, un noir che riporta lo spettatore alle caratteristiche creazioni cinematografiche degli anni Cinquanta. Ambientare un thriller nel mondo dell’arte è una scommessa non facile da vincere. Nonostante qualche scena di troppo e un finale dove tutto sembra dover necessariamente chiudere il cerchio, Rubini prosegue il suo percorso autoriale. Bella per esempio la carrellata dentro la Biennale, mentre Scamarcio e la Puccini si rincorrono. Step è cresciuto: l’espressività di Scamarcio comincia ad imporsi sullo schermo con più naturalezza. Ciò che invece manca ancora (?) a Vittoria Puccini: attrice elegante ed algida, ha ancora addosso lo stile enfatico di Elisa di Rivombrosa. Di poco peso, infine, la presenza di Paola Barale nel cast.
[valentina venturi]