Carnage
id.

Anno 2011

Nazione Francia, Germania, Polonia

Genere commedia

Durata 79'

Uscita 16/09/2011

distribuzione
MEDUSA FILM

Regia
Roman Polansky
Sceneggiatura
Roman Polansky
Yasmina Reza
Fotografia
Pawel Edelman
Montaggio
Herve De Luze
Scenografia
Dean Tavoularis
Costumi
Milena Canonero
Musica
Alexandre Desplat
Produzione
SBS Productions,
Constantin Film Produktion,
SPI Poland
Interpreti
Jodie Foster
Kate Winslet
Christoph Waltz
John C. Reilly

 

Ci sono pellicole che quando hanno un'idea forte alla base – o un'opera teatrale come nel caso di Carnage – non necessità di grandi location, effetti speciali o altre alchimie atte a coprire vuoti e mancanze di varia natura.
Se ne è reso conto Roman Polansky dopo aver visto a teatro la piece di Yazmina Reza The God of Carnage - portato in Italia dal regista Roberto Andò con Silvio Orlando e Anna Bonaiuto con il titolo Il Dio della carneficina – e deciso con la collaborazione della stessa autrice, di trasporlo sul grande schermo per un potente dramma da camera girato quasi in diretta seguendo rigidamente le tre regole aristoteliche della drammaturgia. Unità d'azione: due coppie di genitori si incontrano per risolvere un litigio nato tra i rispettivi figli con il ferimento di uno di questi. Unità di luogo: l'appartamento di una delle due coppie. Unità di tempo: tutto si svolge nell'arco di un pomeriggio.
Affinchè un'operazione del genere potesse avere successo erano necessari due elementi: un regista capace di mettersi al servizio del testo senza oscurarlo con il suo eclettismo o egocentrismo (Roman Polansky) ed un quartetto di attori sopra la media: Jodie Foster, John C. Relly, Kate Winslet e Christoph Waltz. Ne consegue che per apprezzare in toto la pellicola, ne è consigliata la visione in lingua originale.
I 79 minuti di proiezione è un lento svelamento dell'ipocrisia, delle maschere di perbenismo di cui ognuno di noi si veste prima di uscire dalle quinte della propria casa per entrare in quel grande palcoscenico che è il mondo in cui viviamo. Costruiamo maschere, ci dipingiamo e rappresentiamo migliori di quello che siamo in realtà; costrutti che difficilmente finiscono per reggere il confronto con l'altro, svelando il vero volto di noi attanti.
Polansky decostruisce i suoi personaggi, eliminando inesorabilmente maschere, costumi, orpelli per mostrarceli nudi di fronte alla loro stessi ed a noi. Ma senza condannare o assolvere, senza prendere le parti di uno o dell'altro all'interno di un gioco di alleanze variabili che si stabiliscono all'interno e fuori le due coppie in gioco. Non esistono i buoni e i cattivi; in ognuno dei protagonisti possiamo trovare un pizzico di verità e di menzogna, di giustizia e parzialità. Un'osmosi continua in cui i quattro protagonisti costruiscono e subito dopo distruggono intese, sodalizi, coalizioni senza soluzione di continuità per ritrovarsi alla fine soli con loro stessi in quattro differenti e non conciliabili posizioni. Un gioco di alleanze che lo stesso spettatore si troverà a costruire nello spazio extradiegetico della sala cinematografica.
Spiazzante, ipnotico, a tratti esilarante, Carnage è un altissimo esempio di teatro filmato con i potenti mezzi del cinema meanstream, un pezzo di bravura sconsideratamente ignorato dalla Giuria dell'ultima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, in cui la pellicola è passata in Concorso.
[fabio melandri]