Ricordate
Green Card la deliziosa commedia
di Peter Weir in cui Andie MacDowell, americana borghese con
una appartamento troppo grande per lei, sposava Gérard
Depardieu per fargli ottenere la Green Card ed alla fine si
innamoravano? A distanza di 18 anni esce nelle sale Baby
Love commedia francese che ripercorre i temi del film
di Weir aggiornandoli alla sensibilità politica dei
giorni nostri.
Emmanuel pediatria, amante dei bambini, alla soglia dei quarant’anni
decide di avere un figlio. Philippe, suo compagno, avvocato
civilista, non ne vuole sapere. Entrambi tengono le rispettive
posizioni che portano ad una profonda crisi di coppia. L’incontro
casuale con Fina, argentina in attesa di un permesso di soggiorno
in Francia, cambierà le loro vite per sempre, realizzando
il desiderio di paternità del primo e modificando profondamente
l’atteggiamento del secondo.
Gradevole commedia natalizia questa diretta con spirito leggero
da Vincent Garenq, documentarista, il cui tocco di verità
si realizza in una ricostruzione scenografica del quartiere
di Belleville, Parigi, assai realistica in cui si innesta
una storia di buoni sentimenti e molto, molto francese che
resiste ad una certa dose di melassa ed inverosimiglianza
grazie a dialoghi vivaci e spigliati, ad una presenza attoriale
che suscita simpatia ed affezione sin dai primi minuti di
proiezione. Lo spunto nasce da un’esperienza diretta
del regista che ricorda:” Dieci anni fa seppi che Manu,
il mio migliore amico gay del liceo - e di cui ho dato il
nome al personaggio interpretato da Lambert Wilson - era partito
per conoscersi meglio per un weekend, con il suo compagno
e una coppia di lesbiche, per poi forse concepire e crescere
un bambino insieme! Mi ricordo di essere rimasto molto sorpreso
e divertito dalla situazione, così ho pensato che forse
avevo per le mani il soggetto per un film. Ho quindi chiamato
subito Manu per farmi raccontare tutti i particolari, e mi
ha parlato dell’APGL (l’associazione genitori
gay e lesbiche). All’epoca, si iniziava appena a parlare
di omosessuali che volevano essere genitori, era molto prima
della grande onda mediatica degli ultimi anni. Tramite questa
associazione, ho incontrato delle famiglie, ascoltato delle
storie, spesso molto intense e toccanti, e mi è venuta
voglia di girare un documentario.
Mi ricordo che c’era solo un tipo di famiglia che mi
aveva bloccato, era il caso di due uomini gay che negli Stati
Uniti si erano rivolti a una donna per avere l’utero
in prestito, e ho rifiutato completamente l’idea. Poi,
come spesso succede nella vita di un regista, ho inviato questo
progetto di documentario ovunque e nessuno ha mostrato interesse.
Mi ricordo anche un produttore, che oggi è il pezzo
grosso di una rete televisiva, che ha posto fine al nostro
incontro affermando che “in nessun caso gli omosessuali
dovrebbero crescere dei bambini!” Allora ho pensato
di scrivere una fiction, e la ricerca è stata lenta
e laboriosa, nulla funzionava. E un giorno, sono tornato per
caso su quelle testimonianze di uomini gay che hanno avuto
bambini grazie alle madri surrogate, e mi si è accesa
la lampadina. Era proprio questo che bisognava raccontare,
quella che avevo respinto all’inizio, perché
era questa storia che inglobava al meglio tutte le questioni
degli omosessuali che vogliono fare i genitori.”
Il tema spinoso dell’adozione per coppie gay viene trattato
con una delicatezza che farà storcere la bocca a molti
e con un certo puritanesimo di cui la pellicola non è
esente. L’unico rapporto sessuale visibile è
infatti eterosessuale, mentre quelli omosessuali sono accennati
e lasciati fuori quadro.
Nonostante questo, Baby Love
rimane un gradevole prodotto natalizio, che come alcuni film
di Frank Capra riconciliano con la gioia di vivere, anche
se poi nella vita le cose vanno quasi sempre in maniera assai
differente… purtroppo! [fabio
melandri]