Baby Love
Comme les autres
Regia
Vincent Garenq
Sceneggiatura
Vincent Garenq
Fotografia
Jean-Claude Larrieu
Montaggio
Dorian Rigal-Ansous
Scenografia
Yves Brover
Costumi
Stéphanie Drouin
Musica
Laurent Levesque, Loïk Dury
Interpreti
Lambert Wilson, Pilar López De Ayala, Pascal Elbé,
Anne Brochet, Andrée Damant, Florence Darel, Marc Duret
Produzione
Nord-Ouest
Anno
2008
Nazione
Francia
Genere
commedia
Durata
93'
Distribuzione
Archibald
Uscita
19-12-2008
Giudizio
Media

Ricordate Green Card la deliziosa commedia di Peter Weir in cui Andie MacDowell, americana borghese con una appartamento troppo grande per lei, sposava Gérard Depardieu per fargli ottenere la Green Card ed alla fine si innamoravano? A distanza di 18 anni esce nelle sale Baby Love commedia francese che ripercorre i temi del film di Weir aggiornandoli alla sensibilità politica dei giorni nostri.
Emmanuel pediatria, amante dei bambini, alla soglia dei quarant’anni decide di avere un figlio. Philippe, suo compagno, avvocato civilista, non ne vuole sapere. Entrambi tengono le rispettive posizioni che portano ad una profonda crisi di coppia. L’incontro casuale con Fina, argentina in attesa di un permesso di soggiorno in Francia, cambierà le loro vite per sempre, realizzando il desiderio di paternità del primo e modificando profondamente l’atteggiamento del secondo.
Gradevole commedia natalizia questa diretta con spirito leggero da Vincent Garenq, documentarista, il cui tocco di verità si realizza in una ricostruzione scenografica del quartiere di Belleville, Parigi, assai realistica in cui si innesta una storia di buoni sentimenti e molto, molto francese che resiste ad una certa dose di melassa ed inverosimiglianza grazie a dialoghi vivaci e spigliati, ad una presenza attoriale che suscita simpatia ed affezione sin dai primi minuti di proiezione. Lo spunto nasce da un’esperienza diretta del regista che ricorda:” Dieci anni fa seppi che Manu, il mio migliore amico gay del liceo - e di cui ho dato il nome al personaggio interpretato da Lambert Wilson - era partito per conoscersi meglio per un weekend, con il suo compagno e una coppia di lesbiche, per poi forse concepire e crescere un bambino insieme! Mi ricordo di essere rimasto molto sorpreso e divertito dalla situazione, così ho pensato che forse avevo per le mani il soggetto per un film. Ho quindi chiamato subito Manu per farmi raccontare tutti i particolari, e mi ha parlato dell’APGL (l’associazione genitori gay e lesbiche). All’epoca, si iniziava appena a parlare di omosessuali che volevano essere genitori, era molto prima della grande onda mediatica degli ultimi anni. Tramite questa associazione, ho incontrato delle famiglie, ascoltato delle storie, spesso molto intense e toccanti, e mi è venuta voglia di girare un documentario.
Mi ricordo che c’era solo un tipo di famiglia che mi aveva bloccato, era il caso di due uomini gay che negli Stati Uniti si erano rivolti a una donna per avere l’utero in prestito, e ho rifiutato completamente l’idea. Poi, come spesso succede nella vita di un regista, ho inviato questo progetto di documentario ovunque e nessuno ha mostrato interesse. Mi ricordo anche un produttore, che oggi è il pezzo grosso di una rete televisiva, che ha posto fine al nostro incontro affermando che “in nessun caso gli omosessuali dovrebbero crescere dei bambini!” Allora ho pensato di scrivere una fiction, e la ricerca è stata lenta e laboriosa, nulla funzionava. E un giorno, sono tornato per caso su quelle testimonianze di uomini gay che hanno avuto bambini grazie alle madri surrogate, e mi si è accesa la lampadina. Era proprio questo che bisognava raccontare, quella che avevo respinto all’inizio, perché era questa storia che inglobava al meglio tutte le questioni degli omosessuali che vogliono fare i genitori.”
Il tema spinoso dell’adozione per coppie gay viene trattato con una delicatezza che farà storcere la bocca a molti e con un certo puritanesimo di cui la pellicola non è esente. L’unico rapporto sessuale visibile è infatti eterosessuale, mentre quelli omosessuali sono accennati e lasciati fuori quadro.
Nonostante questo, Baby Love rimane un gradevole prodotto natalizio, che come alcuni film di Frank Capra riconciliano con la gioia di vivere, anche se poi nella vita le cose vanno quasi sempre in maniera assai differente… purtroppo! [fabio melandri]