Azur e Asmar
Azur et Azmar
Regia
Michel Ocelot
Sceneggiatura
Michel Ocelot
Fotografia
Montaggio
Michèle Péju
Scenografia
Anne - Lise
Lourdelet - Koehler
Produttore
Christophe Rossignon
Musica
Gabriel Yared
Produzione
Nord-Ouest Production
Co-produzione
Lucky Red, S2 Internacional, Intuition Films, Artemis Prodictions
Anno
2006
Genere
animazione
Nazione
Francia
Durata
97'
Distribuzione
Lucky Red
Uscita
10-11-06

Azur e Asmar, due fratelli di latte allevati dalla stessa nutrice, sono il primo biondo e francese, il secondo scuro e arabo, si separeranno da bambini in Francia, si ritroveranno nel Maghreb, uno inizialmente serberà rancore all’altro, entrambi cercheranno di liberare la bellissima Fata dei Jinns. Si salveranno la vita a vicenda.
Michel Ocelot, capostipite di una nuova generazione di registi di film d’animazione francesi, si cimenta per la prima volta con la tecnologia del 3D, un lavoro iniziato sei anni fa e condannato ad avere un successo mondiale.
Tre sono i motivi che hanno spinto il regista francese a scrivere questo film: il primo prende spunto dagli avvenimenti mondiali degli ultimi anni – la scrittura della sceneggiatura è stata iniziata poco dopo l’11 settembre – ed è quello di dimostrare come si può vivere insieme in armonia, arabi e cristiani. Il secondo motivo è la trasposizione nella civiltà medievale islamica e la sua rappresentazione: una società aperta e pacifica che ben pochi conoscono. Il terzo motivo è quello di confezionare un prodotto divertente per tutta la famiglia, trasmettendo messaggi “alti”, di pace e di fratellanza.
L’autore di Kirikù e la strega Karabà si serve di due lingue nella sua ultima opera: il francese e l’arabo, quest’ultimo volutamente non doppiato per creare quell’idea di differenza, per svelare tutta l’armonia di questa esotica lingua.
Le scenografie curatissime di Anne-lise Lourdelet-koehler, immaginano le civiltà arabe medievali in un tripudio di colori pastelli e sfumature. Da un lato si attiene all’iconografia esistente, dall’altro concepisce con la fantasia architetture sfavillanti. Le musiche originali sono composte da Gabriel Yared, musicista franco-libanese già collaboratore di Godard, Costa-Gravas, Annaud e Minghella, Premio Oscar per Il paziente inglese, che per la prima volta si cimenta in un film di animazione. Musica e scenografie sono la vera forza poetica del film insieme all’uso che Ocelot fa del 3D, un impiego che mostra uno stile particolare, con i suoi disegni semplici e poetici – ormai quasi un marchio di fabbrica del cineasta francese – che cercano la loro giustificazione nella tecnologia, ma non vengono stravolti da un eccesso di spettacolarizzazione. Si dimentica la tecnica per entrare nella storia.
Il film è prodotto da Christophe Rossignon, fondatore della casa di produzione Nord-Ouest anch’egli all’esordio nei film d’animazione.
Un film non solo per bambini, un ritratto appassionato di un popolo e di una religione troppo spesso giudicati da chi non la conosce. Un vero film d’autore. [simone pacini]


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