Un film
sull’altra faccia del sogno americano, su chi non c’è
la fa a conquistarsi un pezzetto di paradiso in terra, sui perdenti
ed i falliti che popolano questa terra come minuscoli granelli di
sabbia che al limite dell’esasperazione si trasformano in schegge
impazzite pronte a colpire i potenti della terra.
E’ ciò che accade a Sam Bicke, con un fallimento familiare
alle spalle mai digerito, un lavoro assai poco gratificante (venditore
di mobili per uffici) e nello stesso tempo altamente competitivo,
un progetto di apertura di una propria attività osteggiata
e derisa.
In questo vortice l’equilibrio precario di Sam Bicke non poteva
che frammentarsi in un delirio di onnipotenza e frustrazione che lo
spinge a progettare un attentato al presidente degli Stati Uniti,
Richard Nixon.
U n film politico ma anche e soprattutto sociologico. Un trattato
sulla genesi di una follia omicida. La storia americana è cosparsa
di attentati ed assassini al Presidente degli Stati Uniti. Questo
ci racconta un tentativo di assassinio, assai poco noto negli Stati
Uniti e quasi dimenticato dalla storia se non fosse per questo debuttante
alla regia, Niels Mueller, che attraverso la storia di questo oscuro
impiegato ci racconta gli anni in cui l’America fu scossa da
violenze ed assassini, gli anni in cui forse perse la propria innocenza.
Il tutto cadenzato da reali testimonianze dell’epoca come i
discorsi programmatici di Nixon e quelli difensivi nei confronti dello
scandalo Watergate e sostenuto dall’intensa e convincente performance
di Sean Penn, capace di dare a questo disperato perdente una propria
dignità, rendendoci partecipi della sua lenta ma inevitabile
caduta verso la disperazione e la solitudine più oscura e profonda.
[fabio melandri]
Approfondimenti:
Intervista
a Niels Mueller