Amori & altri rimedi
Love And Other Drugs
Regia
Edward Zwick
Sceneggiatura
Charles Randolph, Edward Zwick, Marshall Herskovitz
Fotografia
Steven Fierberg
Montaggio

Steven Rosenblum

Scenografia
Patti Podesta
Costumi
Deborah Lynn Scott
Musica
James Newton Howard
Interpreti

Jake Gyllenhaal, Anne Hathaway, Oliver Platt, Hank Azaria,
Josh Gad, Gabriel Macht, Judy Greer, George Segal

Produzione
Fox 2000 Pictures, Regency Enterprises, New Regency Pictures,
Stuber Productions, Bedford Falls Productions
Anno
2010
Nazione
USA
Genere
commedia
Durata

113'

Distribuzione
Medusa Film
Uscita
18-02-2011
Giudizio
Media

L'intreccio classico della commedia sentimentale americana prevede un incontro casuale e un conseguente colpo di fulmine, la crescita del rapporto, un'improvviso problema o incomprensione con relativa separazione e la riconciliazione finale possibilmente in forma eclatante (perlomeno da Nicholas Cage che canta “Love me tender” in “Cuore selvaggio” in giù).
La storia di Jamie (Jake Gyllenhaal) e Maggie (Anne Hathaway) sulla carta non si discosta da questo canovaccio, eppure presenta numerose peculiarità. Siamo negli anni '90, lui è un informatore farmaceutico playboy impenitente, lei una pittrice precocemente malata di Parkinson con un forte spirito d'indipendenza. Tra di loro c'è subito attrazione, ma viene presto chiarito che sarà solo una storia di sesso: lui è troppo scanzonato e interessato ad accelerare la scalata professionale approfittando della messa sul mercato del Viagra, lei troppo delusa e condizionata dal proprio male per avviare una relazione in piena regola. I sentimenti talvolta però non sentono ragione e il confronto con il vero amore sarà più duro e importante che quello con le altre avversità della vita.
Il regista Edward Zwick ha ormai alle spalle una solida carriera iniziata con la serialità televisiva di qualità proprio negli anni '90 (“My so called life”, “Thirty something”) e proseguita con prodotti cinematografici quasi sempre almeno dignitosi (da “Vento di passioni” a “Blood Diamond”). Qui sembra che abbia voluto convogliare tutte le sue nuances stilistiche, perchè la prima parte è leggera e frizzante, poi piccante negli incontri tra i due protagonisti ( così arditi e disinvolti da garantire la cancellazione vitalizia di Anne Hathaway dal novero delle attrici Disney), poi si aggiunge la satira al cinismo delle case farmaceutiche e infine le lacrime nel finale segnato dalla malattia e dalla crisi del rapporto.
Se fossimo in cucina, l'osservazione più ovvia sarebbe quella di dire che lo chef ha usato troppi ingredienti. In tanta varietà, sarebbe vano sperare in qualcosa di davvero profondo o in particolari ricercatezze; eppure il risultato finale è godibile, perchè la scrittura sa scivolare con indubbia maestria da un tono all'altro, servendosi del dialogo da sit-com per far ridere e dei toni più classici del dramma per commuovere, tenendo sempre d'occhio la misura. L'alchimia tra i protagonisti, che hanno già interpretato un'altra celebre coppia sui generis in “I segreti Brokeback Mountain, è l'altra freccia nell'arco di Zwick, che li sfrutta e li valorizza evitando le guerre di smorfie in stile Julia Roberts-Richard Gere.
Forse gli amanti del genere troveranno pretenzioso e non riuscito un film così eterogeneo, ma è molto probabile che potranno presto consolarsi con le numerose commedie statunitensi in uscita, che come ogni anno seguiranno lo stesso tracciato aggiungendo invece poco o niente.
[emiliano duroni]