Esce sugli schermi italiani per il ponte del primo maggio in 200 copie, distribuito da Eagle Pictures, il film Oceani 3D. Un’opera che ha richiesto oltre sette anni di produzione, di ricerche subacquee e di riprese sottomarine con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’estinzione di numerose specie animali per colpa dell’intervento dell’uomo. A presentare alla stampa il film, in assenza del regista e degli autori francesi, ci sono Aldo, Giovanni e Giacomo che hanno prestato le loro voci per il doppiaggio.
Se nell’originale la voce narrante era di Marion Cotillard, qui in Italia è stata fatta la scelta di trovare degli attori noti al pubblico familiare e che fornissero alle immagini di taglio documentaristico un contrappunto comico e spensierato. Ma la polemica non s’è fatta attendere e numerosi giornalisti hanno protestato con questa scelta, accusando indirettamente la distribuzione di aver rovinato un’opera pregevole e di aver snaturato le intenzioni artistiche e poetiche che erano all’origine. Schiacciati dalla contrapposizione, Aldo Giovanni e Giacomo erano visibilmente imbarazzati e non sapevano più che inventarsi per difendere il prodotto, mentre il direttore marketing le provava tutte per difendere le sue tesi e la sua professionalità.

Qual è stato il vostro rapporto con il 3d?
L’esperienza del 3D non l’abbiamo vissuta al doppiaggio. Noi leggevamo le battute e basta, non abbiamo dovuto modificare l’interpretazione per il 3D. Sicuramente ci affascina, e ci sembra più adatto per film che abbiano come protagonisti la natura o i cartoni animati. Ci pare che funzioni meglio. Anche noi abbiamo pensato per Natale di fare la prossima commedia in 3D. Io e Giovanni davanti, mentre Aldo che è più brutto lo mettiamo dietro.

Quali sono stati i vostri interventi sul doppiaggio?
Il testo l’abbiamo adattato ovviamente. L’abbiamo reso più fluido, più ritmato, ma il merito è stato tutto del direttore del doppiaggio Pino Insegno che ha trovato quelle battute che fossero adatte al nostro spirito. Lui ci conosce molto bene e c’è stato un ottimo affiatamento. E poi non dovevamo seguire il labiale, non c’era un problema di sincronizzazione, altrimenti Aldo l’avrebbero cacciato. Volevamo doppiarlo sott’acqua, in una vasca, ma poi Aldo non era capace. Ma noi, Giovanni e Giacomo sì, ci siamo riusciti!

Qual era la voce originale?
In Francia hanno usato la Cotillard, aveva una voce più materna, pacata, rivolta comunque a un pubblico di bambini. Il testo originale anzi era più scientifico, pensate che era scritto in latino!

Vedevate i documentari di Cousteau da piccoli? Che ricordi avete?
Sì da piccoli li vedevamo, soprattutto Giovanni. E non ci addormentavamo. Questo è diverso, è il racconto di una tartaruga ed è molto appassionante. Amiamo i documentari con forte vocazione ecologica, che spingono i bambini ad avere una coscienza più attenta alle tematiche ambientali. Ad esempio mai avremmo immaginato che il delfino maculato o lo squalo balena erano a rischio estinzione. Abbiamo reso più buffo quel che era solo curioso e strano.

Avete mai fatto immersioni nell’oceano?
Sì a volte le abbiamo fatte ma mai così affascinanti. Siamo stati nel paradiso delle Seychelles a vedere le barriere coralline dove si riproducono gli squali ma non ci pareva il caso di avvicinarci troppo.

C’è stata qualche scena in cui siete intervenuti di più con le battute?
Ci spingeva lo stesso Insegno a tenere un tono così buffo, ha tirato fuori le nostre caratteristiche, ci suggeriva qual era il modo migliore per far ridere di più. Il nostro intervento può apparire invadente ma era utile sulle scene dove il ritmo calava, anche se in effetti un’ora e mezza con le voci alla lunga può stancare. Comunque ci teniamo a dire che noi siamo secondari rispetto alla bellezza delle immagini, noi ci siamo accontentati di accompagnarle e basta.

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