Jumper - conferenza stampa

E’ come una sorta di rendez vous. Stesso albergo - Hotel Eden - stessa sala conferenze, stesso attore Hayden Christensen (foto a sinistra). Ieri nel ruolo di Anakin Skywalker, oggi in quello di Davey, protagonista del nuovo thriller di fantascienza Jumper in cui interpreta un eroe dai super poteri utilizzati non sempre in maniera ortodossa al servizio del Bene: “Mi interessano i personaggi che vivono un conflitto interiore, personaggi dotati di grandi responsabilità riluttanti a sfruttarle. Forse perché in parte mi rispecchio.” Gli fa eco il compagno di avventura Jamie Bell (foto a destra): “Questo film rappresenta un punto di stacco dal concetto di super eroi. Con i super poteri ci sono anche super responsabilità ma puoi fare un po’ quello che ti pare. Ma avere i super poteri, avere qualsiasi cosa si desideri non porta alla felicità, perché mancano i rapporti umani.” Questo è l’aspetto originale di Jumper il film della 20th Century Fox in uscita sugli schermi italici dal 29 febbraio.
Ad accompagnare i due protagonisti, il regista Doug Liman, che dopo lo scoppiettante esordio di Swingers è stato adottato dal mainstream cinema hollywodiano per produzioni tutta azione ed entertainment come The Bourne Identity e Mr e Mrs Smith. “Mi auguro che i film di domani debbano confrontarsi con Jumper che a mio avviso segna un nuovo inizio. Cerco sempre di cimentarmi in cose nuove,mai fatte precedentemente. Con Jumper ho voluto fare un film di super eroi cercando di limitare l’uso del computer. Lo potete chiedere agli attori che nelle scene di azione sono stati appesi a cavi, funi metalliche, dolly e gru e possono mostravi i lividi che hanno su tutto il corpo.” Jumper è la storia di un ragazzo che un giorno scopre di essere dotato della facoltà di teletrasportarsi da un luogo ad un altro con la sola forza della mente. Ma presto scoprirà di non essere il solo ad aver questo potere e che ci sono individui programmati per terminarli, i Paladini. “Il fatto che i Jumper siano giovani ed i Paladini adulti – continua Liman - può anche essere visto come una contrapposizione tra mondo giovanile ed adulto ma è principalmente dovuto al fatto che i Paladini, avendo più esperienza, rappresentano un pericolo reale e mortale per i Jumper. E’ un espediente per mettere pressione al protagonista interpretato da Christensen.”
Jumper passerà alla storia del cinema per il fatto che la produzione è riuscita a ottenere dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Soprintendenza Archeologica di Roma, il permesso di girare per tre giorni, non solo all’interno del Colosseo ma anche nel labirinto dell’Anfiteatro, un’area normalmente interdetta anche al pubblico. La produzione ha dovuto rispettare una serie di vincoli che consentivano le riprese solo dall’alba alle 8.15 del mattino, e dalle 15.30 fino al tramonto; nessun tipo di attrezzatura tecnica poteva essere poggiata sul terreno, cosicché la troupe trasportava tutta l’attrezzatura a spalla, e l’unica luce consentita era quella del sole. “Quando ho letto sul copione interno giorno Colosseo, non credevo che ci saremmo andati veramente. Alzarsi la mattina presto e respirare la Storia che vedevo intorno a me – ricorda Bell – è stato incredibile…”; “Un ricordo indelebile – aggiunge Christensen – una delle chicche della mia carriera”; “non avendo parole per descriverlo – chiosa Rachel Bilson (foto al centro), la giovane protagonista del film – l’esperienza più fica che abbia mai fatto…”
Jumper è una pellicola che non risolve tutti i quesiti posti in essere ma anzi sembra essere il capostipite di una serie che si annuncia assai lunga come ci conferma il regista Liman: “Durante la lavorazione del film mi si aprivano sempre nuove idee, nuovi spunti che non potevo approfondire per non perdere di vista la storia principale. Ma è un materiale talmente vasto da poter realizzare almeno altri 4 film. Io non amo molto i sequel, ma rispetto ad esempio a The Bourne Identity, Jumper mi risulta molto più interessante perché è una storia che si reinventa continuamente da se.”
E se il teletrasporto fosse possibile, dove piacerebbe essere inviati? “Al Colosseo” senza ombra di dubbio per Rachel Bilson; “in un comodo letto visto che siamo arrivati ieri sera” per Christensen. Jamie Bell ha progetti più ambiziosi “In tutti quei luoghi difficili da raggiungere tipo Alaska o la grande muraglia in Cina “, mentre Liman esagera alquanto: “Mi piacerebbe rubare una tuta spaziale alla Nasa e poi lanciarmi nello spazio su un satellite di Giove e lì avere un incontro romantico… e viste le mie idee di incontro romantico, ora sapete anche il motivo per cui sono single…” Come dargli torto? [fabio melandri]

 
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