La ricerca della felicità

[fabio melandri]

Gabriele Muccino e Will Smith sul set

Presentato a Roma all’Hotel Excelsior di Via Veneto, il primo film americano di Gabriele Muccino, distribuito da Medusa Film in 430 copie mentre negli Stati Uniti ha guadagnato oltre 130 milioni di dollari.
Erano presenti il protagonista Will Smith, Gabriele Muccino e il protagonista reale degli eventi narrati, nonché autore di un omonimo libro sulla vicenda autobiografica Chris Gardner.

A che punto siete nel vostro percorso di ricerca della felicità?
Smith: L’idea del film era dare una rappresentazione del sogno americano. Ma a vederlo ora è più la rappresentazione del sogno umano. Quando soffriamo dobbiamo capire che tale sofferenza può portarci alla ricerca ed al raggiungimento della felicità. La mia ricerca è data dal mantenere un rispetto nei confronti di me stesso e delle cose che faccio.
Muccino: I momenti di felicità veri e propri sono pochi e durano un istante. Li cogliamo solo quando sono già passati.

La vera felicità è la ricerca stessa della felicità.
Gardner
: Nella vita la felicità va e viene come la marea. Le persone che conosco e che sono sempre felici, fanno uso di farmaci. La mia felicità è essere in salute e godermi i miei due figli.

Mr Smith come è stato lavorare insieme a suo figlio?
Smith: Di solito i genitori accompagnano i figli a scuola e poi vano a lavorare. Io ho avuto la fortuna di stare insieme a lui per 10/12 ore al giorno. E’ stato meraviglioso potergli fare vedere ciò che meglio so fare al mondo. Sarebbe bello ed importante che i figli potessero almeno una volta accompagnare i genitori al lavoro.

Sig. Muccino, nelle interviste rilasciate dice che il film aveva due finali e che lei ha imposto il suo come quello definitivo. Ci può raccontare l’altro?
Muccino: La sceneggiatura che ho trovato era molto solida, piena di momenti toccanti.Io ho effettuato pochi cambi sostanziali, uno riguardava il finale. I due protagonisti erano seduti alla fermata dell’autobus. L’autobus passava senza che i due vi salissero sopra. Alla spiegazione del figlio, il protagonista diceva: “Per un po’ non voglio più correre”. Era un bel finale ma a mio parere chiudeva troppo la storia, non portandola avanti non facendo intravedere le pagine bianche che il futuro deve scrivere per i due, al contrario di quello scelto.

La storia è molto americana. Dove secondo lei, si vede l’occhio europeo?
Muccino: Ho raccontato una storia americana con mezzi americani. La società americana è estremamente individualistica, capitalistica. Farcela con le proprie forze è un valore morale negli USA che divide la società tra ci ce la fa (winner) e chi non ce la fa (loser). Io ho cercato di ricostruirla attraverso una sensibilità europea, con occhio vergine ma su una realtà che doveva essere comunque riconoscibile dagli americani. Volevo evitare troppo sentimentalismo e dolciume nella storia, cercando di rimanere attaccato al realismo della storia. La presenza sul set di Chris mi aiutava a ricordare che quello che stavamo facendo non era un gioco ne entertainment, ma la rappresentazione di un incubo in cui ogni americano ha paura di cadere.

Mr Smith la scelta di un regista straniero e per giunta italiano, portatore di una cinematografia così diversa da quella statunitense, ha influito nella messa in scena di un film così poco consolatorio eppur di successo?
Smith: Gabriele mi ha fatto vedere Ladri di biciclette e Umberto D. Questo è il vero sogno americano. Fare fondo alla propria forza, volontà, energia per mantenere la propria famiglia. Come anche L’ultimo bacio hanno un’idea di base profonda, umana. Noi ogni giorno ci alziamo l mattina sperando che l’oggi sia meglio di ieri e che domani lo sarò di oggi. Riguardo al successo del film non me lo spiego se non con il fatto che l’idea di proteggere i propri figli, sia un’idea universale condivisa da tutti. Quando mettiamo al mondo dei figli ci assumiamo una grande responsabilità.

Mr Gardner ad un certo punto nel film il suo personaggio dice al figlio che se uno ha un sogno di inseguirlo con tute le proprie forze e prenderselo. E’ realmente successo? Ed ancora è soddisfatto del film?
Gardner: Si ho detto realmente quella frase a tutte e due i miei figli. E’ una frase che mi disse una volta mia madre. Del film sono molto soddisfatto ed orgoglioso del lavoro svolto da Gabriele e Will.

 
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