La
vera felicità è la ricerca stessa della
felicità.
Gardner: Nella vita la felicità
va e viene come la marea. Le persone che conosco e che
sono sempre felici, fanno uso di farmaci. La mia felicità
è essere in salute e godermi i miei due figli.
Mr Smith come è
stato lavorare insieme a suo figlio?
Smith:
Di solito i genitori accompagnano i figli a scuola e
poi vano a lavorare. Io ho avuto la fortuna di stare
insieme a lui per 10/12 ore al giorno. E’ stato
meraviglioso potergli fare vedere ciò che meglio
so fare al mondo. Sarebbe bello ed importante che i
figli potessero almeno una volta accompagnare i genitori
al lavoro.
Sig. Muccino, nelle interviste
rilasciate dice che il film aveva due finali e che lei
ha imposto il suo come quello definitivo. Ci può
raccontare l’altro?
Muccino:
La sceneggiatura che ho trovato era molto solida, piena
di momenti toccanti.Io ho effettuato pochi cambi sostanziali,
uno riguardava il finale. I due protagonisti erano seduti
alla fermata dell’autobus. L’autobus passava
senza che i due vi salissero sopra. Alla spiegazione
del figlio, il protagonista diceva: “Per un po’
non voglio più correre”. Era un bel finale
ma a mio parere chiudeva troppo la storia, non portandola
avanti non facendo intravedere le pagine bianche che
il futuro deve scrivere per i due, al contrario di quello
scelto.
La storia è molto
americana. Dove secondo lei, si vede l’occhio
europeo?
Muccino:
Ho raccontato una storia americana con mezzi americani.
La società americana è estremamente individualistica,
capitalistica. Farcela con le proprie forze è
un valore morale negli USA che divide la società
tra ci ce la fa (winner) e chi non ce la fa (loser).
Io ho cercato di ricostruirla attraverso una sensibilità
europea, con occhio vergine ma su una realtà
che doveva essere comunque riconoscibile dagli americani.
Volevo evitare troppo sentimentalismo e dolciume nella
storia, cercando di rimanere attaccato al realismo della
storia. La presenza sul set di Chris mi aiutava a ricordare
che quello che stavamo facendo non era un gioco ne entertainment,
ma la rappresentazione di un incubo in cui ogni americano
ha paura di cadere.
Mr Smith la scelta di
un regista straniero e per giunta italiano, portatore
di una cinematografia così diversa da quella
statunitense, ha influito nella messa in scena di un
film così poco consolatorio eppur di successo?
Smith:
Gabriele mi ha fatto vedere Ladri
di biciclette e Umberto
D. Questo è il vero sogno americano. Fare
fondo alla propria forza, volontà, energia per
mantenere la propria famiglia. Come anche L’ultimo
bacio hanno un’idea di base profonda, umana.
Noi ogni giorno ci alziamo l mattina sperando che l’oggi
sia meglio di ieri e che domani lo sarò di oggi.
Riguardo al successo del film non me lo spiego se non
con il fatto che l’idea di proteggere i propri
figli, sia un’idea universale condivisa da tutti.
Quando mettiamo al mondo dei figli ci assumiamo una
grande responsabilità.
Mr Gardner ad un certo
punto nel film il suo personaggio dice al figlio che
se uno ha un sogno di inseguirlo con tute le proprie
forze e prenderselo. E’ realmente successo? Ed
ancora è soddisfatto del film?
Gardner:
Si ho detto realmente quella frase a tutte e due i miei
figli. E’ una frase che mi disse una volta mia
madre. Del film sono molto soddisfatto ed orgoglioso
del lavoro svolto da Gabriele e Will.