Olè

[dichiarazioni raccolte da fabio melandri]

Vincenzo Salemme, Carlo Vanzina, Massimo Boldi

Signor Boldi, come si è trovato con il suo nuovo partner Salemme?
Massimo Boldi: Dopo 22 anni di lavoro con Christian e la Filmauro, da quest’anno inizia per me una nuova carriera. Aver preso questa decisione è stata anche dolorosa. Ma sentivo il bisogno, dopo la scomparsa di mia moglie, di ricominciare anche artisticamente, affidandomi ad amici come Carlo ed Enrico Vanzina. Salemme lo avevo sempre visto a teatro, e mi aveva sempre incuriosito. E’ una persona con cui ho ritrovato la voglia di mettermi in gioco, compagni leali e sinceri che cercano di trasferire al pubblico il proprio divertimento. Questo è un film semplice, una favola alla Walt Disney. Inutile negare che quest’anno c’è una lotta chiara con i film di Christian e di Bonolis.

Spero che la gente vada a vederli tutti e tre, poi è normale che uno vada meglio degli altri. Noi abbiamo la difficoltà di non avere il marchio del “Natale”, ma questo è un regalo di cui vado molto fiero.

Nel film si evidenziano numerosi riferimenti alla commedia all’italiana. Vi siete ispirati a qualche coppia comica in particolare?
Carlo Vanzina: Nel nostro cinema un richiamo al cinema del passato c’è sempre. Siamo da sempre innamorati della commedia che faceva nostro padre [Steno, ndr]. Vacanze di Natale nasce da una costola di Vacanze in inverno. I meccanismo della commedia sono sempre gli stessi dai tempi di Plauto. Bisogna poi saperli aggiornare, soprattutto nei dialoghi.

Il product placement è abbastanza evidente in questo film. E’ lo strumento giusto che può aiutare la producine cinematografica italiana?
Giampaolo Letta [Medusa]: Ce ne sono diverse è vero, e ci abbiamo lavorato sin dall’inizio dalla stesura della sceneggiatura sia con Enrico che con Carlo. E’ una forma che comunque è ancora in fase di sperimentazione.

Signor Salemme, dodici anni sono passati da quando lei portò a teatro il grande successo di “E la gente vuole ridere”. Cosa ha guadagnato e perso in questi anni? E cosa ha guadagnato e perso il pubblico?
Vincenzo Salemme: Oltre al guadagno economico, penso di aver acquistato una certa maturità. Riguardo al pubblico, non saprei andrebbe chiesto a lui…

Signor Boldi, ha dichiarato che con questo film non c’è stata alcuna lotta sull’attribuzione di battute tra lei e Salemme e sulla sceneggiatura. Può spiegarsi meglio?
Massimo Boldi: Nella mia carriera ho lavorato tutto sommato con pochi registi/autori, i fratelli Vanzina e Neri Parenti prevalentemente. Quando Enrico e Carlo scrivono una sceneggiatura, conoscono le potenzialità degli attori che dovranno poi interpretarle e cercano di esaltarne le potenzialità in modo equilibrato e sensato. Da Paparazzi in poi, la mano è passata a Neri Parenti ed in particolare al produttore Aurelio De Laurentiis che aveva alcune idee che venivano discusse. L’equilibrio dello scritto non era quello creato dai Vanzina. Si lavorava con troppe menti, si mischiavano le carte in modo tale che non mi ritrovavo più. Le storie erano spesso molto comiche, legate a gag meccaniche che però non reggevano. La Filmauro pensava che fosse giusto mettere accanto agli attori protagonisti, attori minori che potessero servire chi il Lazio, chi la Campania, chi il Piemonte e via discorrendo. Le storie diventavano scarne, gi spazi talmente ristretti che era impossibile svilupparle, puntando tutto sull’immediatezza della gag. Io ho iniziato a soffrire a livello di sceneggiatura non di rapporti umani. Ripetavamo le stesse cose di anno in anno senza alcuna novità. L’unica era la località. Andavamo in India, poi in Egitto, Amsterdam, Miami.

Come è stata coinvolta Daryl Hannah nel progetto?
Carlo Vanzina: Avevamo scritto il film con in testa Sharon Stone perché Boldi aveva un contatto con il suo entourage. Ma in quel periodo lei si muoveva con più di 100 persone al seguito che si sarebbero mangiati tutto il nostro budget.
Abbiamo così presentato il progetto a Daryl Hannah il cui curriculum cinematografico è impressionante se pensate ai registi con cui ha lavorato da Brian De Palma a Ridley Scott, da Ron Howard a Oliver Stone, da Woody Allen a Robert Altman fino a Quentin Tarantino. Fortunatamente ha accettato. Noi è dai tempi di SPQR con Leslie Nielsen che chiamiamo grandi attori internazionali nei nostri film, il che aumenta le potenzialità commerciali dello stesso.

Si fa un gran parlare di paternità dei film natalizi in questi giorni. Qual è la vostra posizione al riguardo?
Carlo Vanzina: Ho sentito De Laurentiis che si ritiene il papà di questo genere. Bene, allora racconterò un episodio. Alla prima di sapore di mare, c’era in platea De Laurentiis che ha fine proiezione si è complimentato con noi e convocato nel suo ufficio la mattina seguente. Il giorno dopo ci dice: “Facciamo lo stesso film, ambientandolo d’inverno, sulla neve, ai nostri giorni.” Nacque Vacanze di Natale. Dopo una proiezione tecnica, Luigi De Laurentiis si alzò senza dire nulla ed uscì dalla sala. Aurelio invece disse:” A me questo film fa cagare. Sono rovinato!” Io gli dissi di aspettare il 6 gennaio e poi avremmo visto chi avrebbe avuto ragione. Tanto per farvi capire la vera paternità del genere.

 
| sito | trailer | recensione olè |