Spero
che la gente vada a vederli tutti e tre, poi è
normale che uno vada meglio degli altri. Noi abbiamo
la difficoltà di non avere il marchio del “Natale”,
ma questo è un regalo di cui vado molto fiero.
Nel film si evidenziano
numerosi riferimenti alla commedia all’italiana.
Vi siete ispirati a qualche coppia comica in particolare?
Carlo Vanzina:
Nel nostro cinema un richiamo al cinema del passato
c’è sempre. Siamo da sempre innamorati
della commedia che faceva nostro padre [Steno, ndr].
Vacanze di Natale nasce
da una costola di Vacanze in inverno.
I meccanismo della commedia sono sempre gli stessi dai
tempi di Plauto. Bisogna poi saperli aggiornare, soprattutto
nei dialoghi.
Il product placement
è abbastanza evidente in questo film. E’
lo strumento giusto che può aiutare la producine
cinematografica italiana?
Giampaolo Letta [Medusa]:
Ce ne sono diverse è vero, e ci abbiamo lavorato
sin dall’inizio dalla stesura della sceneggiatura
sia con Enrico che con Carlo. E’ una forma che
comunque è ancora in fase di sperimentazione.
Signor Salemme, dodici
anni sono passati da quando lei portò a teatro
il grande successo di “E la gente vuole ridere”.
Cosa ha guadagnato e perso in questi anni? E cosa ha
guadagnato e perso il pubblico?
Vincenzo Salemme:
Oltre al guadagno economico, penso di aver acquistato
una certa maturità. Riguardo al pubblico, non
saprei andrebbe chiesto a lui…
Signor Boldi, ha dichiarato
che con questo film non c’è stata alcuna
lotta sull’attribuzione di battute tra lei e Salemme
e sulla sceneggiatura. Può spiegarsi meglio?
Massimo
Boldi: Nella mia carriera
ho lavorato tutto sommato con pochi registi/autori,
i fratelli Vanzina e Neri Parenti prevalentemente. Quando
Enrico e Carlo scrivono una sceneggiatura, conoscono
le potenzialità degli attori che dovranno poi
interpretarle e cercano di esaltarne le potenzialità
in modo equilibrato e sensato. Da Paparazzi
in poi, la mano è passata a Neri Parenti ed in
particolare al produttore Aurelio De Laurentiis che
aveva alcune idee che venivano discusse. L’equilibrio
dello scritto non era quello creato dai Vanzina. Si
lavorava con troppe menti, si mischiavano le carte in
modo tale che non mi ritrovavo più. Le storie
erano spesso molto comiche, legate a gag meccaniche
che però non reggevano. La Filmauro pensava che
fosse giusto mettere accanto agli attori protagonisti,
attori minori che potessero servire chi il Lazio, chi
la Campania, chi il Piemonte e via discorrendo. Le storie
diventavano scarne, gi spazi talmente ristretti che
era impossibile svilupparle, puntando tutto sull’immediatezza
della gag. Io ho iniziato a soffrire a livello di sceneggiatura
non di rapporti umani. Ripetavamo le stesse cose di
anno in anno senza alcuna novità. L’unica
era la località. Andavamo in India, poi in Egitto,
Amsterdam, Miami.
Come è stata coinvolta
Daryl Hannah nel progetto?
Carlo Vanzina:
Avevamo scritto il film con in testa Sharon Stone
perché Boldi aveva un contatto con il suo entourage.
Ma in quel periodo lei si muoveva con più di
100 persone al seguito che si sarebbero mangiati tutto
il nostro budget.
Abbiamo così presentato il progetto a Daryl Hannah
il cui curriculum cinematografico è impressionante
se pensate ai registi con cui ha lavorato da Brian De
Palma a Ridley Scott, da Ron Howard a Oliver Stone,
da Woody Allen a Robert Altman fino a Quentin Tarantino.
Fortunatamente ha accettato. Noi è dai tempi
di SPQR con Leslie Nielsen
che chiamiamo grandi attori internazionali nei nostri
film, il che aumenta le potenzialità commerciali
dello stesso.
Si fa un gran parlare
di paternità dei film natalizi in questi giorni.
Qual è la vostra posizione al riguardo?
Carlo
Vanzina: Ho sentito De Laurentiis
che si ritiene il papà di questo genere. Bene,
allora racconterò un episodio. Alla prima di
sapore di mare, c’era in platea De Laurentiis
che ha fine proiezione si è complimentato con
noi e convocato nel suo ufficio la mattina seguente.
Il giorno dopo ci dice: “Facciamo lo stesso film,
ambientandolo d’inverno, sulla neve, ai nostri
giorni.” Nacque Vacanze
di Natale. Dopo una proiezione tecnica, Luigi
De Laurentiis si alzò senza dire nulla ed uscì
dalla sala. Aurelio invece disse:” A me questo
film fa cagare. Sono rovinato!” Io gli dissi di
aspettare il 6 gennaio e poi avremmo visto chi avrebbe
avuto ragione. Tanto per farvi capire la vera paternità
del genere.