Nel primo
capitolo della trilogia della Guardia Cittadina (A
me le Guardie!) avevamo lasciato lo scapestrato Capitano
Vimes in compagnia della ricchissima Lady Ramkin, il giovane
Carota ben inserito nella civiltà umana dopo essere stato
cresciuto dai nani, e il nome della Guardia Cittadina vagamente
ristabilito dopo gli anni di buio e di silenzio. In questo nuovo
episodio, le novità cominciano subito, raccontate da
Carota in una lettera per i genitori: il Capitano Vimes ha dato
le dimissioni per sposarsi con Lady Ramkin e l’intero
ordine non sa chi designare come nuovo Capitano. Inoltre, per
ampliare il servizio della Guardia, sono state assoldate tre
nuove reclute del tutto inaspettate: Detritus, un gigantesco
troll con un passato di buttafuori dei peggiori locali della
città di Ank-Morphork; Cuddy, un nano che non si separa
mai dalla propria ascia; e Angua, una bella ragazza che sparisce
misteriosamente ogni notte di luna piena. Ma non ci può
essere davvero pace per la città, che comincia ad essere
minacciata dal terminatore, un oggetto misterioso che uccide,
apparentemente a caso, chiunque passi sulla sua strada. E così
la Guardia, senza più un Capitano, dovrà barcamenarsi
da sola nelle indagini, girando nei vicoli peggiori di Ank-Morphork,
superando trappole ed ostacoli tesi da un nemico senza volto
e cercando di entrare nell’inquietante Gilda dei Giullari
senza beccarsi torte in faccia o spruzzi d’acqua da fiori
finti.
In questo secondo capitolo, più complesso del primo,
Terry Pratchett continua a divertire e sorprendere il lettore
con le avventure della Guardia. Con un abile gioco di suspense,
alternando momenti paurosi a episodi divertenti, l’autore
riesce a mantenere un ritmo incalzante che lascia con il fiato
sospeso fino alla fine del libro.
Senza perdere la freschezza e l’originalità del
primo episodio, Uomini d’arme
è un seguito perfettamente riuscito, che unisce insieme
i generi del fantasy, del comico e stavolta perfino del giallo.
Si può leggerlo tutto insieme, o centellinare ogni singolo
capitolo, ma alla fine, che pare giungere sempre troppo presto,
si resta con l’amaro in bocca aspettando l’ultimo
episodio della saga.
[daniela
montella]
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Terry
Pratchett nasce a Beaconsfield nel 1948. Mostra una precoce
attitudine alla scrittura, tanto che a tredici anni pubblica
il suo primo racconto, The Hades
Business, nel giornale della scuola; il racconto
verrà ripubblicato sulla rivista Science Fantasy
due anni dopo, nel 1961. Il suo secondo lavoro pubblicato
è Night Dweller, apparso
nella rivista New Worlds #156 nel 1965. Nello stesso anno
lascia la scuola per un impiego da giornalista nel Bucks
Free Press. Pubblica il primo romanzo nel 1971 con Il
Popolo del tappeto. Dopo aver lavorato per alcune
altre testate giornalistiche di provincia (Western Daily
Press, Bath Chronicle), nel 1980 Pratchett diventa addetto
all'ufficio stampa per la Central Electricity Generating
Board, con responsabilità per varie centrali nucleari.
Nel 1983 esce Il colore della magia,
il primo romanzo ambientato nel Mondo Disco. Il romanzo
ottiene subito un notevole successo, grazie anche al fatto
che lo scrittore è passato ad una grande casa editrice,
la Corgi Books (che pubblicherà in edizione paperback
tutti i suoi libri successivi), la quale riesce a promuoverlo
efficacemente ed addirittura a farlo leggere alla BBC
come un serial in sei parti, durante la trasmissione Woman's
Hour. Le ascoltatrici, a quanto pare, ne sono entusiaste,
e la BBC trasmetterà anche un successivo romanzo
di Pratchett, L'arte della magia.
È stato insignito del titolo di Ufficiale dell'Order
of the British Empire (OBE) nel 1998 per servizi alla
letteratura. Nel 1999 gli è stato conferito il
dottorato honoris causa in Lettere dall'Università
di Warwick. |
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