“C’è
una strana profezia riguardo questa bambina: il suo destino
è di provocare la fine del destino. Solo che deve farlo
senza sapere quel che fa, come se il farlo procedesse dalla
sua natura e non dal suo destino”.
Prima di
leggere La Bussola d’oro,
romanzo che apre la trilogia “Queste oscure materie”
composta dai seguenti La lama sottile
e Il cannocchiale d’ambra,
Pullman avverte che il romanzo è ambientato in un universo
come il nostro ma diverso sotto molti aspetti. Riconosciamo
infatti i luoghi e la bambina protagonista della storia Lyra
Belacqua che vive al Jordan College di Oxford. Il viaggio che
dovrà intraprendere si svolgerà nel Nord, tra
i ghiacci e l’aurora boreale che conosciamo bene, ma alcune
presenze che popolano questi luoghi appartengono al mondo del
fantastico.
Incontriamo streghe, orsi corazzati che parlano e agiscono come
umani. E soprattutto ci sono i daimon. Sono loro che danno senso
a tutto il racconto, che portano la storia ad un livello superiore.
Il daimon per i greci era un essere divino inferiore agli dei
ma superiore agli uomini, una sorta di spirito, un demone benevolo.
Per Socrate era quella voce interna demoniaca che non gli diceva
mai quello che doveva fare ma che lo tratteneva dal parlare
e dall'agire a caso.
Nel romanzo tutti gli esseri umani hanno un daimon, un animaletto
di sesso opposto al proprio, che cambia sempre di forma fino
a sceglierne una fissa con l’età adulta. Pullman
non ci spiega né come nascono né da dove vengono,
è come se fossero da sempre con il loro umano, è
un legame indistruttibile, è un amore puro e impossibile
da sciogliere. Accompagnano nella vita e per la vita i loro
umani, amano, consigliano, confortano, sgridano ma soprattutto
fanno compagnia.
La Bussola D’Oro è
un libro per ragazzi, dove una bambina apparentemente orfana,
grazie all’aiuto di un gruppo di zingari, gli gyziani,
compie un viaggio per salvare il suo amico di giochi Roger dai
cattivi, gli Ingoiatori. Questi rapiscono i bambini e li portano
lontano, senza che all'autorità costituita faccia qualcosa.
Ma a Lyra ed agli zingari si, importa della sorte dei loro figli
e si uniranno nell’impresa. Anche il maestro del College,
apparentemente ostile e ambiguo, ha a cuore la sorte di Lyra
affidandole in gran segreto un aletiometro. La ragazzina non
ha idea di cosa sia questo strumento simile ad una bussola e
crede che possa servire a suo zio, Lord Asriel, per liberarsi
dalla prigione in cui si trova. Da qui parte la sua avventura,
piena di colpi di scena, di scontri, di avventure mozzafiato,
dove chi crediamo buono poi diventa cattivo e viceversa, dove
il fine giustifica i mezzi, dove in questa girandola di sentimenti
non si capisce quasi più da che parte stare.
Come tutte le trilogie fantasy questo primo romanzo apre una
serie di eventi che dovranno accadere nei successivi racconti,
ma Pullman qui è un po’ troppo avaro di spiegazioni,
getta semi, ci fa intravedere e capire qualcosa ma ci lascia
nel vago.
La Bussola d’Oro sembra un
prologo infinito a quello che dovrà essere il romanzo
vero e proprio. Ma fa in tempo però a mostrare alla società
tutte le sue paure più profonde e radicali, il terrore
della solitudine, espressa dai bambini del romanzo con la paura
di perdere il proprio daimon. L’angoscia della società
per rapimenti e sparizioni di bambini, la frustrazione di sapere
che le autorità si dimenticano o non vogliono proteggere
i nostri piccoli perché un disegno superiore così
ha deciso. Lo scrittore ce le descrive così le malattie
della nostra società, attraverso una avventura fantastica,
in un mondo simile ma diverso dal nostro dice, si è vero
ma a quanto pare il suo universo è simile non solo perché
riconosciamo i luoghi, ma anche perché quello che ci
spaventa prende sempre le stesse forme, anche nel mondo dorato
di Pullman.
[francesca
bompadre]
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il film
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Philip
Pullman è ormai considerato uno dei più grandi
scrittori viventi per ragazzi, e non solo. Il suo genio
e la sua versatilità gli hanno permesso infatti di
raggiungere lettori di tutte le età, perché
la letteratura di qualità non ha limiti anagrafici.
La conferma è arrivata con l'assegnazione nel 2001
a Il cannocchiale d'ambra del
prestigioso premio inglese Whitbread, per la prima volta
attribuito a un libro per ragazzi. Si è trattato
di uno degli innumerevoli riconoscimenti ricevuti dallo
scrittore che, nel 2005, ha vinto l'Astrid Lindgren Memorial
Award ed è stato nominato per l'Andersen Award.
Philip
Pullman è nato nel 1946 a Norwich, in Inghilterra.
Da bambino ha vissuto in Australia e nello Zimbabwe, e ha
studiato in Africa e nel Galles. Si è laureato in
Letteratura inglese all'università di Oxford e ha
insegnato in diverse scuole e college. Oggi vive a Oxford
con la famiglia. Ha scritto romanzi, racconti e lavori teatrali.
Da Salani sono usciti Ero un topo
(1999), Il conte Karlstein (2003),
Il rubino di fumo (2003), L'ombra
del Nord (2004), La tigre nel
pozzo (2005), La principessa
di latta (2006), Lo spaventapasseri
e il suo servitore (2006), vincitore dei seguenti
premi: Booklist Children's Editors' Choice, Publishers Weekly
Best Books of the Year - Children, School Library Journal
Best Books of the Year – Children, Il
ponte spezzato (2007) e la trilogia Queste
oscure materie, comprendente La
bussola d'oro (Carnegie Medal e Guardian Children's
Fiction Prize), La lama sottile
e Il cannocchiale d'ambra. |
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