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Autore:
Queen, Ben Elton |
Traduzione,
adattamento: |
Regia:
Maurizio
Colombi |
Scene:
Mark Fisher |
Costumi:
Tim Goodchild |
Musica:
Queen
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Coreografie:
Arlene Phillips |
Produzione:
Barley Arts, Queen Theatrical Productions, Phil McIntyre
Entertainments, Tribeca Theatrical Productions |
Interpreti:
Gianluca
Merolli, Martina Ciabatti, Valentina Ferrari, Salvo Bruno,
Loredana Fadda, Paolo Barillari, Massimiliano Colonna,
Mary Dima, Marco Bebbu, Nadia Scherani, Giuseppe Galizia,
Emily Angelillo, Camilla Maffezzoli, Lynn Jamieson, Eleonora
Barbacini, Valentina Corrao, Pamela Buggiani, Eugenia
Goria, Andrea Borin, Diana Verona, Erika Arioso, Arianna
Sala, Chiara Sarcinella, |
Anno
di produzione:
2009 |
Genere:
musical |
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Dodici
anni per la realizzazione dello spettacolo; insieme
a I Miserabili, Il
Fantasma dell'Opera ed
Il Re Leone è il musical con maggior
tenuta nel West End di Londra per 600.000 biglietti
venduti e 2700 performance al Dominion Theatre. Tutto
questo è We Will Rock
You, musical con le musiche dei Queen, ideato
dallo stesso gruppo inglese in collaborazione con
Ben Elton.
Ci troviamo in un ipotetico futuro intorno all'anno
2300. Un mondo dominato dalla musica elettronica,
generata da sintetizzatori per la messa al bando nel
2050 di ogni forma di strumento musicale. Un mondo
sicuro e felice, dove tutti guardano gli stessi film,
vestono la medesima moda, pensano all'unisono. È
il mondo Ga-Ga. Ma nelle intercapedini di questo mondo
“perfetto” si muove una resistenza strisciante,
una tribù di border-line i Bohemian, con nomi
presi a prestito da un passato musicale “dimenticato”
che vive del ricordo di antichi profeti del rock come
Kurt Cobain, Jim Morrison, John Lennon, Jimmy Hendrix,
Elvis Presley e naturalmente il più grande
di tutti... Freddie.
Ma la guerra di resistenza contro il mondo Ga-ga è
destinata a sconfitta senza l'aiuto, come racconta
la profezia, di un uomo che sogna, che conosce i testi
antichi (le canzoni rock) nella lingua arcaica (l'inglese).
Quest'uomo, questo ragazzo ancora inconsapevole della
sua missione ha un nome: Galileo. Riuscirà
a portare la rivoluzione nell'universo della musica?
Se la trama può apparire puerile e pretestuosa
We Will Rock You, nella
versione italiana suonata dal vivo, recitato in italiano
ma con le canzoni eseguite nella lingua arcaica (l'inglese),
è uno spettacolo eccellente, tutto da vedere
ed ascoltare.
Diciamolo subito. Le canzoni dei Queen, non sono facili
da eseguire. La voce del loro leader era talmente
particolare ed inimitabile, che gli stessi non sono
sopravvissuti, nonostante i tentativi, alla sua scomparsa.
Lo scetticismo preventivo era quindi del tutto giustificato.
Scetticismo che si è sciolto sin dalle prime
note dello spettacolo, e svanito lungo la sua durata.
Quello che poteva essere il punto debole dello show,
ne costituisce uno dei due cardini fondanti. Le musiche
dei Queen rielaborate in nuovi arrangiamenti che non
tradiscono lo spirito degli originali, esaltano le
voci soliste e corali degli attori/cantanti che rivelano
– sopratutto in quelle femminili – potenza,
espressività e controllo davvero notevoli.
E quando risuonano le note immortali di Hits quali
“I Want to Break Free”, “A Kind
of Magic”, “I Want It All”, “These
Are the Days of Our Lives”, “Who Wants
to Live Forever” per arrivare a “We Will
Rock You”, “We Are the Champions”
e “Bohemian Rhapsody”, le emozioni scorrono
veloci ed inesorabili.
Uno spettacolo da ascoltare come un concerto, ma insieme
tutto da vedere. Imponente ed impressionante l'impianto
luci, ideato e realizzato dai tecnici ed ingegneri
responsabili di alcuni dei più importanti live
show degli U2, Pink Floyd, Rolling Stones e Le Cirque
du Soleil. Luci che riempiono lo spazio lasciato vuoto
da scenografie scarne ma essenziali, che precipitano
lo spettatore in un trip allucinogeno e psichedelico.
Plauso all'ottimo cast italiano, che per una volta
non fa rimpiangere quello originale: Gianluca Merolli
(Galileo) ha il compito più arduo, dovendosi
confrontare con il mito di Freddie. Intelligentemente
non ci prova neanche ad imitarlo, ma sceglie una strada
personale che ne esalta la vocalità calda e
profonda; Martina Ciabatti (Scaramouche) dal fisico
esile ma con una voce incredibilmente esplosiva; Valentina
Ferrari (Killer Queen) capace di condire le sue performance
con accenti blues. L'intero cast è da elogiare,
non esclusi il corpo di ballo che canta, recita, danza
e riempie il palcoscenico di energia trascinante.
Nota di merito alla band che guidata dal maestro Roberto
Zanaboni (collaboratore di artisti Mina, Mia Martini,
Rino Gaetano, Fossati, Tozzi, Zarrillo e Ruggeri)
che pur non essendo i Queen, ne riesegue lo spirito
musicale in maniera impeccabile e trascinante.
Uno spettacolo eccellente, da vedere e potendo - visti
i costi quasi proibitivi dello spettacolo –
rivedere.
Unico difetto, se proprio vogliamo essere fiscali,
è l'eccessiva sottolineatura di alcuni caratteri
“leggeri” dei diversi personaggi, trasformandoli
in pura macchietta alla ricerca della facile risata
da parte del pubblico. Un espediente di cui si abusa
spesso e volentieri nel teatro leggero italiano, che
serve a coinvolgere ed entrare in empatia con il pubblico.
Ma quando questo è già conquistato e
vive in simbiosi con gli attori lo spettacolo, diventa
un espediente inutile ed alquanto fastidioso.
La traduzione italiana del testo attinge ad episodi
di cronaca “musicale” (vedi i Jalisse
vincitori a Sanremo) e condisce i dialoghi con i testi
recitati di noti hit tutti italiani, ma sono perfettamente
calati nel contesto e strappano più di una
risata. Per il resto We Will
Rock You è una vera “rapsodia”
(termine di origine greca ad indicare la presentazione
da parte di un rhapsoidos, cantore o narratore, della
parte di un poema nel corso di una tragedia)... naturalmente
bohemien.
[fabio
melandri]
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