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Anno
2011
Genere
musical
In
scena
fino al 20 Dicembre
Il Sistina | Roma
PRIMA NAZIONALE
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Autore |
J.
Herman, H. Fierstein |
Adattamento/Traduzione |
Massimo
Romeo Piparo |
Regia |
Massimo
Romeo Piparo |
Coreografie |
Bill Goodson |
Costumi |
Nicoletta
Ercole |
Direzione
Musicale |
Emanuele Friello |
Interpreti |
Massimo
Ghini,
Cesare Bocci,
Russell Russell
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Produzione |
Peep
Arrow |
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Chi
non ricorda l'omonima commedia francese del 1978 con Michel
Serraut e Ugo Tognazzi, forse ricorderà il riuscitissimo
rifacimento americano del 1996 "Piume
di Struzzo", di Mike Nichols con Robin
Williams. Entrambi sono trasposizioni cinematografiche della
commedia nata per il teatro nel 1973 dalla penna di Jean Poiret:
"La cage aux follies".
Nel 1983 ne fu tratto un musical di successo con oltre 1761
repliche ed un brano "I Am What I Am", che ebbe un
planetario successo grazie alla versione disco di Gloria Gaynor.
Debutta al Teatro Sistina di Roma la versione italiana, per
la regia di Massimo Romeo Piparo, con Massimo Ghini e Cesare
Bocci (il Mimì Augello del Montalbano televisivo).
La storia narra la vicenda di Renato (Bocci) e del suo compagno
Albin (Ghini) nella gestione di uno sfavillante locale notturno
per travestiti a Saint Tropez, dove Albin si esibisce come drag
queen con il nome d'arte di "Zazà". I due,
che vivono insieme da oltre 20 anni, hanno cresciuto Laurent,
figlio di Renato, nato da una fugace relazione eterosessuale
con una ballerina.
La tranquilla vita della coppia viene però messa a dura
prova quando Laurent annuncia di essersi fidanzato con la figlia
di un politico reazionario e ultra-conservatore e che, in occasione
della visita dei futuri suoceri, desidererebbe che Albin non
fosse presente, per non fare cattiva impressione sul futuro
suocero. Da qui ha inizio una serie di equivoci comici, che
movimentano la vicenda fino ad una conclusione a sorpresa.
Massimo Romeo Piparo, di cui avevamo apprezzato alcune messe
in scena di musical in lingua originale come "Jesus
Christ Superstar" ed "Evita"
con il Teatro della Munizione, sposa un allestimento ricco,
sfarzoso, barocco, colorato, caciarone, concentrandosi sul rapporto
tra i personaggi principali e puntando sull'effetto naturalmente
comico di un Ghini nei panni di una drag queen, piuttosto che
esaltare le potenzialità comiche di un testo che sul
confronto/scontro tra due universi basava il costrutto.
Una scelta artistica che come tale va rispettata, ma che non
condividiamo. Troppo egocentrismo per i protagonisti a discapito
del resto del cast, che appare e scompare sul palcoscenico senza
lasciare tracce evidenti. Ghini ha coraggio ed un pizzico di
sfrontatezza nell'affrontare le prove di canto, dove senza infamia
e lode passa con una sufficienza stiracchiata, mentre è
una rivelazione Cesare Bocci ottima spalla e file rouge dell'intero
disarticolato spettacolo.
Il pubblico apprezza, ma da cotanto sforzo produttivo (ottima
la scelta dell'orchestra dal vivo) ci saremmo aspettati maggior
inventiva ed un pizzico di coraggio in più. Nonostante
questo, il successo annunciato si materializzerà puntualmente.
[fabio melandri] |