|
Anno
2011
Genere
recital
In
scena
fino al 18 dicembre
Teatro Stanze Segrete, Roma
|
Autore |
Daniela
Barra |
Regia |
Daniela
Barra |
Musica |
Giovanni Monti |
Interpreti |
Daniela
Barra,
Giovanni Monti |
|
Essere
accolti nel soggiorno di casa, ascoltare un pianista che suona
musiche lontane, vedere un’attrice folletto che recita
versi, con allegria e malinconia che si alternano. Tutto questo
è “Vino, nettare
degli dèi”.
Lo spazio del teatro "Stanze segrete" è molto
intimo, potrebbe intimorire un pubblico abituato alla distanza
dei mezzi virtuali. Ennio Coltorti, direttore artistico, racconterà
alla fine che era desiderio di Aurora Cafagna, aiuto regista
di Luchino Visconti, riproporre a Roma l’abitudine parigina
di allestire spettacoli nel salotto di casa: "Al massimo
trenta posti, dieci attori”.
Superato l’imbarazzo iniziale, il pubblico viene trascinato
dai versi di Lorenzo il Magnifico, Neruda, Cecco Angiolieri,
Dante; dalle poesie dialettali e dalle canzoni.
"Vino nettare degli dei" riconduce lo spettatore,
praticamente e metaforicamente, a casa, alle origini, all’intrattenimento
puro quale conforto alle delusioni umane. Scorre come il vino.
Daniela Barra, la protagonista, risplende della bellezza dell’animo:
è versatile, canta, balla, è generosa nell’interpretazione:
ammorbidendosi ancora un po’ sarebbe stata ancora più
godibile.
Dopo i ringraziamenti finali, gli artisti invitano sul palcoscenico-salotto
l’amico evocato da tanti poeti: il vino, rosso, robusto,
calabrese. Bacco presiede, il tabacco è fuori della porta
e Venere potrebbe affacciarsi.
Spettacolo intimo e raro. “Come speciali sorsate esoteriche”,
direbbe la poetessa Emily Dickinson.
[deborah ferrucci]
|