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Anno
2011
Genere
dramma
In
scena
fino all'11 marzo
Teatro della Cometa | Roma
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Autore |
Eric-Emmanuel
Schmitt |
Adattamento/Traduzione |
Saverio
Marconi, Gabriela Eleonori |
Regia |
Gabriela
Eleonaori |
Scene |
Carla
Accoramboni |
Costumi |
Carla
Accoramboni |
Luci |
Valerio
Tiberi |
Interpreti |
Saverio
Marconi,
Gian Paolo Valentini |
Compagnia |
Compagnia
della Rancia |
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Il
titolo fa riferimento a "Enigma Variations", composizione
del musicista inglese Edward Elgar: quattordici variazioni su
una melodia che sembra impossibile da riconoscere. E così
sembra impossibile risolversi il rapporto tra gli esseri umani,
un qualcosa che possiamo solo intuire secondo Eric-Emmanuel
Schmitt, autore dell'opera che segna il ritorno in scena come
attore di Saverio Marconi, deus ex-machina della Compagnia della
Rancia, specializzata in musical.
Straordinario successo di pubblico e di critica in Europa (in
Francia è stata interpretata da Alain Delon, in Inghilterra
da Donald Sutherland), è la storia del confronto disperato
fra due uomini Abel Znorko, misantropo, Nobel per la letteratura
che si è ritirato a vivere da eremita in un’isola
sperduta del mare della Norvegia vicino al Polo Nord e Erik
Larsen, sconosciuto giornalista cui lo scrittore concede un’intervista.
Al centro dell'incontro una donna misteriosa, con cui il primo
intrattiene una relazione epistolare da ben 12 anni, mentre
il secondo sembra conoscerla meglio di qualsiasi altro...
Un testo capace di miscelare con intelligenza sacro e profano,
discorsi filosofici come schermaglie amorose, che alterna sentimenti
con drammatici colpi di scena in cui l’ironia più
tagliente si trasforma in commozione, la tenerezza in folle
crudeltà.
Un incontro tra ferocia e compassione, che diviene sconvolgente
scoperta di verità taciute e dell'illusione in cui i
due si sono calati e di cui si nutrono, per giustificare le
loro esistenze. Un testo capace di svelarsi poco a poco, ma
mai del tutto: in fondo “il bello del mistero è
il segreto che contiene non la verità che nasconde".
Così lo spettacolo diretto da Gabriela Eleonori avvince
e seduce anche se con alcune riserve che risiedono nella performance
degli attori. Saverio Marconi, da gran mattatore, sembra divorarsi
il personaggio, condendo il tutto di una boria perfetta nella
prima parte della rappresentazione ma che convince poco nella
seconda, quando le rivelazioni che gli vengono fatte distruggono
le sue granitiche convinzioni, trasformandolo da carnefice in
vittima.
Di contro Gian Paolo Valentini, giustamente timido nell'approccio
di un personaggio capace di vivere più di luce riflessa
che di propria, manca della giusta cattiveria quando le sue
rivelazioni lo dovrebbero indurre a trasformarsi da vittima
predestinata in carnefice delle altrui illusioni.
Insomma due attori ottimamente specchio nell'approccio ai rispettivi
personaggi, ma incapaci di evolversi con essi quando il testo
lo richiede.
[fabio melandri]
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