Le ultime lune
Autore: Furio Bordon Adattamento:
Regia: Furio Bordon
Scene: Milli Costumi: Stefano Nicolao
Musica:
Luci: Iuray Saleri
Compagnia: a.ArtistiAssociati Compagnia di Prosa Gianrico Tedeschi Produzione: a.ArtistiAssociati diretti da Walter Mramour
Interpreti: Gianrico Tedeschi, Marianella Laszlo, Walter Mramor
Anno di produzione: 2008 Genere: drammatico
In scena: fino al 22 marzo al Teatro Italia di Roma

Torna a Roma uno degli spettacoli più rappresentati in Italia e all’estero. Scritto e diretto da Furio Bordon (autore triestino) e reso famoso da Marcello Mastroianni (è stata la sua ultima tournée teatrale), Le ultime lune mette lo spettatore di fronte a due tematiche fortemente attuali: la vecchiaia - o terza e età - e la morte.
Lo spettacolo ci presenta un vecchio professore (Gianrico Tedeschi) stanco che parla con la moglie (più giovane di lui di almeno vent’anni), che lo spettatore scoprirà essere la proiezione del ricordo della defunta. La donna accompagna il marito verso il nuovo viaggio da intraprendere: la casa di riposo, anticamera anestetica della morte. Il primo atto scorre alternando riflessioni e ricordi malinconici, a momenti di ribellione e contrasto con il figlio che, a dispetto del padre, ostenta un carattere rigido e poco incline all’ironia. Il padre risulta inaspettatamente più giovane e pieno di energia rispetto al figlio, che ormai arresosi ai gravami della grigia quotidianità, non gli offre un solo motivo valido per restare in casa. Il secondo atto mostra il professore, ormai ambientato a “Villa delizia”: ha saputo trovare, pur nello squallore del luogo, piccoli spazi di luce e motivi di vita, come una pianta di basilico che diventa il suo interlocutore quotidiano. In soffitta riflette come un vecchio filosofo sul senso della vita, sui suoi ultimi anni, e soprattutto sulla morte.
Gianrico Tedeschi, il protagonista, è un interprete eccellente, dona una leggerezza e al tempo stesso una consistenza straordinaria al personaggio, con una sapienza tecnica ormai conosciuta da pochi: si muove in scena con naturalezza e semplicità, facendoci entrare nella storia in punta di piedi, così come “in punta di piedi” muore, accendendo una stellina d’artificio davanti ad un grande albero di Natale. Buone anche le interpretazioni di Marianella Laszlo e di Walter Mramor, una moglie amorosa e melanconica e un figlio spigoloso e introverso. Suggestive e puntuali le luci di Iuray Saleri.
[annalisa picconi]