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Autore |
AA.VV. |
Regia |
Fabiana Iacozzilli |
Scene |
Matteo
Zenardi |
Costumi |
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Luci |
Davood
Kheradmand, Hossein Taheri |
Coreografie |
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Musica |
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«E
lontano, lontano nel tempo,
l'espressione di un volto per caso
ti farà ricordare il mio volto
l'aria triste che tu amavi tanto»
L.
Tenco "Lontano, lontano"
Con “La Trilogia
dell'Attesa”, vincitrice del
playFestival 2013 e presentato al Teatro Vascello
di Roma e al Piccolo Teatro di Milano, la Compagnia
Lafabbrica mette in scena tre corti teatrali di ispirazione
chiaramente beckettiana. Nel primo dal titolo “Aspettando
Nil”, una madre e una figlia
oramai anziane aspettano colui o la cosa che le separerà;
la madre, una dissacrante Elisa Bongiovanni, decide
che è arrivato il momento di tagliare il cordone
ombelicale con la figlia (Giada Parlanti, un’ottima
performer nel controllo del proprio corpo), che darà
sfogo alla fragile ribellione filiale dimostrando
che ha imparato a camminare da sola. Effettivamente
però solo con l'aiuto della genitrice, che
per l'occasione si alza dalla sedia a rotelle, impara
a camminare sui tacchi. L’arrivo di Nil le porta
via, lontane dai gesti quotidiani che intrappolavano.
In “Quando saremo
GRANDI!”, tre fratelli oramai
vecchi, ripetono all'infinito il lo schema comportamentale,
nell'attesa che arrivi la mamma: è così
difficile uscire dal loop che, per esempio, la lattina
del succo di frutta finisce per essere buttata sempre
nello stesso punto. Infine in "Hansel
e Gretel. Il giorno dopo" (originale
lettura della fiaba dei fratelli Grimm), i fratellini
sono ingrassati a dismisura, mangiando tutta la casa
della strega. Nell'attesa che arrivi il padre a salvarli,
riescono a fare prigioniera la strega, riducendola
un mucchietto di ossa. Anche loro rimangono chiusi
nella dimensione di attesa: non si rendono conto che
la libertà è lì a portata di
mano, basterebbe uscire dai loro schemi mentali, per
acquistare una nuova dimensione felice.
L’attesa è lo spunto da cui far partire
una ricerca che vede protagoniste le generazioni di
ex-trentenni (quelli che anni fa politici e comunicatori
avevano definito «i cocchi di mamma»).
Arrivati alla soglia dei quaranta, continuano a rappresentare
una generazione di giovani-adulti con evidenti difficoltà
a trovare un proprio spazio. Come mai prima, il mutamento
del modello socio-famigliare ha avuto la meglio. Sotto
osservazione è dunque una generazione malata,
portatrice di una malinconia di fondo.
Nell’attesa che qualcosa di meglio accada, s’invecchia
aspettando che il sogno si avveri.
[giovanna gentile]
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Primo
corto teatrale
"Aspettando Nil"
vincitore di PlayFestival 2013
vincitore di Undergroundzero Festival, N.Y., 2010
vincitore di Ermo Colle 2008
vincitore del festival "Le voci dell'anima"
2007 drammaturgia scenica di gruppo
con: Elisa Bongiovanni e Giada Parlanti
aiuto regia: Marco Canuto, Irene Veri
costumi: Valeria Bistoni
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Secondo
corto teatrale
"Quando saremo GRANDI!"
finalista al Festival Argot Off 2012
finalista al Premio Scenario 2009
vincitore "Teatri Abitati" 2009
da un'idea di Fabiana Iacozzilli e Linda Dalisi
con: Simone Barraco, Matteo Latino,
Ramona Nardò e Francesco Zecca (che sostituisce
Matteo Latino)
regista assistente: Giada Parlanti
assistente: Emanuela Lumare
costumi: Cecilia Blixt
trucco: Erika Turella |
Terzo
corto teatrale
"Hansel e Gretel. Il
giorno dopo"
con il sostegno di: Goethe Institut, Forte Fanfulla, Casa
della Pace e Kilowatt Festival
drammaturgia scenica a cura di Francisco Espejo
con: Elisa Bongiovanni, Marta Meneghetti e Giada Parlanti
scene: Matteo Zenardi
costumi: Gianmaria Sposito
effetti speciali: Riccardo Morucci
luci: Davood Kheradmand
assistente luci: Fabrizio Cicero
vocal coach: Valeria Benedetti Michelangeli
regista assistente: Ramona Nardò
assistente alla regia: Andrea Standardi |
Interpreti |
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Produzione |
Lafabbrica
e TSI La Fabbrica dell'Attore - Teatro Vascello
in collaborazione con Centro Internazionale La
Cometa, Ex Lavanderia, Sycamore T-Company |
In
scena |
Teatro
Vascello di Roma |
Anno |
2014 |
Genere |
tragicommedia |
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