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Autore:
Luigi Saravo |
Adattamento:
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Regia:
Luigi Saravo |
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Scene:
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Costumi:
Sergio Minelli, Annamaria Porcelli |
Luci:
Hossein Taheri |
Audio:
Simone Saccomandi |
Produzione:
CIAC -Centro Internazionale Arti Contemporanee
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Interpreti:
Simona Augelli, Roberto Baldassari, Camilla Diana, Massimo
Fanelli, Liliana Massari, Claudia Vegliante |
Anno
di produzione:
2010 |
Genere:
dramma |
In
scena: fino al 9 maggio al Teatro
Vascello di Roma
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In
scena al Vascello "Testa di latta" di Luigi
Saravo. Una favola moderna che ha in sé qualcosa
d'antico, quasi una "Bella e la Bestia"
al contrario. In questo caso la bestia è un
robot, costruito da un papà ingegnere per il
suo piccolo, durante le vacanze estive.
Dapprima la macchina sembra un semplice prototipo,
ma miracolosamente in poco tempo acquista vita propria
e persino parrebbe un cuore. La trasformazione sconvolge
non poco la tranquilla e apparentemente serena famiglia
medio borghese; soprattutto i due figli adolescenti
non riescono a farsi una ragione di questo mostro,
senza il dono della parola, ma dotato di una grande
umanità.
L'unica che stabilisce un contatto di amicizia sincero
e profondo è la bambina che vive nella casa
accanto. Con lei Testa di latta inizia a conoscere
il mondo, a sognare e perfino ad innamorarsi. Ma l'estate
passa velocemente e i bambini si stancano presto del
nuovo gioco che corre in continuazione, entusiasta
del mondo e di ciò che lo circondano.
La mamma decide che il robot è pericoloso e
potrebbe sconvolgere la vita della famiglia. Così
chiede al papà di smontarlo finita l'estate,
prima che i ragazzi comincino la scuola. Ma nel frattempo
Testa di latta porta avanti i suoi progetti e la promessa
fatta alla bambina: andare su Marte e scoprirne i
segreti, rivelando un poetico finale.
Spettacolo interessante per alcune scelte legate alla
semiotica dell'immagine ma solo a tratti coinvolgente.
Migliore nella seconda parte che, per i ritmi e i
cambi scena meno serrati e continui, dà più
spazio ad una narrazione fluida, in particolare nei
dialoghi tra la bambina e il robot che risponde con
una gestualità giusta e misurata. Buona l'interpretazione
di tutti gli attori, incisiva e poetica quella di
Claudia Vegliante nel ruolo di "Testa di latta".
Forse un po' eccessivo l'utilizzo musicale, anche
se scelte tra le note più belle del nostro
patrimonio culturale collettivo. D'atmosfera il bel
fondale, le luci e le scenografie.
[annalisa picconi]
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