Mario
Rossi, taxista, ha sposato Alice in chiesa; sei mesi
dopo è convolato a nozze con Barbara in comune:
è un bigamo. Seguendo una precisa pianificazione
di orari e grazie al lavoro delle mogli, Mario riesce
per due anni a nascondere la verità: Alice
non sa di Barbara e viceversa. Tutto si complica quando,
per salvare un’anziana signora da uno scippo,
Mario riceve una brutta botta in testa che lo costringe,
privo di sensi, al ricovero in ospedale. Al risveglio
ancora confuso, dà ad un infermiere l'indirizzo
della prima moglie, e, ad un impiegato dell'ospedale
quello della seconda.?La denuncia arriva quindi a
due diversi commissariati di diverse zone, che danno
avvio alle indagini se si aggiungono i giornali, un
vicino di casa invadente e il segreto da Mario diventa
sempre più difficile da mantenere…
“Taxi
a due piazze” si dipana nel
più classico stile della commedia degli equivoci,
con continui intrecci tra i vari: il migliore amico
di Mario, Walter, diventa complice un po’ arruffone,
i poliziotti, zelanti e premurosi, causano scompiglio
nelle famiglie, con il bigamo sempre più affannato
a cercare di ricucire i tagli alle perfetta trama
da lui intessuta nel corso degli anni. Il tutto si
svolge con un ritmo forsennato e incastri ben escogitati,
con un risultato a dir poco esilarante. Non c’è
tregua per i due malcapitati e lo spettatore assiste
divertito alla catastrofe che si materializza ad ogni
ingresso in scena.
Funzionale
la scenografia di Nicola Cattaneo che divide il palco
in due, differenziando case e vite con colori differenti;
Gianluca Guidi, qui anche regista, fa fluttuare le
mogli ai due lati del palcoscenico, ignare l’una
dell’altra, mentre diverse porte creano ingressi
ritmati e rocamboleschi, sostenuti dall’ottima
prova degli attori: dai due affannati protagonisti
(Guidi e l’ottimo Giampiero Ingrassia) ai co-protagonisti,
tra cui spicca il flemmatico e paterno Ninì
Salerno. Vivissimo e meritato successo per una commedia
da non perdere.
[maresa retica, massimo stinco]