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Anno
2012
Genere
commedia
In
scena
turnè
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Autore |
Edoardo
Erba |
Regia |
Alessandro
D'Altri |
Scene |
Matteo
Soltanto |
Costumi |
Giuseppina
Maurizi |
Luci |
Aderiano
Pisi |
Musica |
Cesare Cremonini |
Interpreti |
Maria
Amelia Monti, Gianfelice Imparato, Valerio Santoro,
Carlina Torta |
Produzione |
L'Ass.
Cult. La Pirandelliana, L'Incredibile Srl |
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Ci
sono persone che non riescono a separarsi dalle cose, accumulano
tutto nelle loro case finché gli oggetti non li sommergono.
Se ne contano a milioni. In America si chiamano hoarder. Sul
Real Tv c'è un programma (“Sepolti in casa”),
che racconta le loro storie. Orsina (Maria Amelia Monti) è
una di loro. Fa l’infermiera a domicilio, non è
cosciente del suo disagio, ma mette in difficoltà i vicini,
che mal sopportano la sua mania di accumulare e la ritengono
responsabile della sporcizia e degli olezzi della palazzina.
Per buttarla fuori, i condomini assumono un amministratore pieno
di debiti e ricattabile, Aristide (Gianfelice Imparato). Fra
Orsina e Aristide nasce una spontanea simpatia sulla quale l’uomo
punta a far leva per raggiungere l’obiettivo. Ma sarà
il “peso” a guidare la leva verso una via del tutto
inaspettata, mostrando dietro l'accumulo ossessivo compulsivo,
un mondo fatto di “Tante
cose belle”.
Con questo suo ultimo lavoro, Edoardo
Erba getta uno sguardo sulle fragilità umane, mettendo
in scena i comportamenti della modernità. L'attenzione
dal caso clinico di malattia psicologica dai riscontri drammatici,
viene spostata ad una “favola” dai toni leggeri,
colorati, in cui il lieto fine non è mai messo minimamente
in discussione. I due vicini pettegoli e rancorosi sono macchiette
che si contrappongono ai due protagonisti, due freak che vivono
in un mondo tutto loro, distaccato dalla realtà (questo
sì), e per questo ingenui e felici. Comportamento che
caratterizza la personalità di Orsina e che conquista
poco a poco il burbero Aristide. Nel complesso lo spettacolo
procede senza intoppi, ma anche senza grosse emozioni, in
una placidità sin troppo manifesta, che la regia di
Alessandro D'Alatri accompagna mancando di particolari invenzioni,
con stanca prevedibilità e cadenza. La Monti è
perfetta per il ruolo di Orsina, Imparato la asseconda, fin
troppo in certi casi, mentre i due vicini Valerio Santoro
e Carlina Torta sono un contorno funzionale ma che non lascia
grandi tracce.
Completano lo spettacolo le musiche
di Cesare Cremonini (che dopo il cinema con “Padroni
di Casa” passa al teatro). Applausi e risate del pubblico
presente alla prima romana alla Sala Umberto; maggior freddezza
e distacco da parte del sottoscritto.
[fabio melandri]
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