In
attesa di entrare al Teatro Belli per lo spettacolo
“Tacchi misti”
un forte dubbio si palesa già dal titolo: sarà
uno di quegli inni al femminismo che ci ricorda quanto
l'inossidabile formula per risolvere le controversie
mondiali sia racchiusa nel binomio rimmel e rossetto?
Perché 4 donne e 16 figure femminili rappresentate
sarebbero un pasto troppo abbondante da digerire anche
per chi si arma di buona volontà e inizia a percorrere
la tortuosa strada che porta alla parità dei
sessi.
E invece no. Niente ansie
da calendario mestruale o stantia ironia su misure
e prestazioni da tenere sotto le coperte: “Tacchi
misti” è oltre. È un'arguta e
piacevole commedia di genere in cui la donna cerca
di raccontare se stessa con divertita noncuranza (è
già una conquista), spaziando per estrazione
sociale e ambizioni professionali tra i soggetti rappresentati.
C'è la vigilessa con i sogni di bambina ormai
coperti dal fischietto, l'introversa che finalmente
si ribella ad un'auto-sottomissione psicologica, la
fidanzata che cerca la controparte perfetta a suon
di colloqui, la suora con il debole per Gloria Gaynor,
la casalinga anni '70 che dispensa consigli su come
essere una brava moglie... L'intero universo femminile
sembra pian piano riunirsi sul palco.
E i maschietti? Nominati
ma mai rappresentati, rimangono una presenza discreta
nel microcosmo dei tacchi misti, quasi una tela su
cui dipingere il contrasto con cui il gentil sesso
cerca di riscattarsi, mettendo in evidenza le proprie
debolezze e ironizzando sulle proprie peculiarità.
D'altronde, come confessa in apertura l'autrice (la
scrittrice americana Gloria Calderòn Kellett,
sua anche la serie tv “How I met your mother”),
trovare un uomo che valga è già difficile,
trovare un buon monologo ancora di più.
La giusta riconoscenza
va anche alle interpreti Carla Ferraro, Corinna Lo
Castro, Valentina Martino Ghiglia e Silvia Siravo,
che nella loro varietà anagrafica e fisica
racchiudono il punto di forza dello spettacolo: la
sola interazione di uno dei personaggi con il pubblico
vale il prezzo del biglietto. Sorpresa finale: ad
amministrare il tutto dalla cabina di regia un maschietto,
Ferdinando Ceriani. [gianluigi
cacciotti]