Due
uomini di mezza età addetti alle pompe funebri,
quelli che a Roma chiamano in gergo “cassamortari”
si ritrovano, come tante volte è capitato,
a riflettere sul senso della vita, in particolare,
sul senso della loro vita, di fronte ad una bara,
quella dell'ennesimo cliente preparato per l'ultimo
saluto ai parenti.
Diversi Alex e Nello, per indole e valori etici, diversi
eppure uguali nel momento in cui il loro obiettivo
diventa comune: dare una svolta definitiva all’esistenza.
Alex, un tipo che si dimostra cinico e molto sicuro
di sè dà l'input a Nello, al contrario
timido, burbero e impacciato: una coppia perfetta.
Il cinico propone a Nello un affare sporco ma molto
redditizio. In un primo momento Nello è reticente
ma poi, scorgendo un possibile spiraglio alla monotona
e grigia vita, accetta, sperando che il denaro sia
la ricetta della felicità.
L’affare procede così bene che il timido
Nello, vedendo i cambiamenti derivanti dal denaro
si trasforma in un essere avido e senza scrupoli superando
il cinismo dello stesso Alex, fino ad un finale a
sorpresa.
Uno spettacolo interessante e leggero: semplice e
lineare la regia di Claudio Insegno, piacevoli gli
attori Giorgio Carosi (Alex) e Bruno Conti (Nello),
che hanno saputo delineare e rendere i caratteri diversi
dei due protagonisti. Il testo di Giampaolo G. Rugo,
che ricorda Sam Shepard, ha punte di amara ironia
e alcuni momenti drammatici. Attraverso le battute
pungenti, svela la dimensione a volte ineluttabile
che emerge quando si tratta, seppure trasversalmente,
il tema della morte. [annalisa
picconi]